Monte Fiorentine 2018, forse mai così territoriale

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Il Monte Fiorentine di Cà Rugate è da tempo una delle etichette di punta del Soave Classico, strapremiato dalla critica nel corso degli anni. Però un Monte Fiorentine così territoriale e così buono come il 2018 credo di non averlo mai bevuto.

Poggia, questo vino, su quattro pilastri. La grassezza fruttata della garganega. La tensione acida del trebbiano di Soave. La mineralità vulcanica e sulfurea dei suoli vulcanici. L’età delle vigne più che cinquantenni.

Inoltre, ha un qualche cosa in meno, questo 2018, rispetto alle edizioni passate, e quel minus per me assume il significato di un plus d’eccellenza, ed è la rinuncia alla sottolineatura di certe vene aromatiche che in passato, sì, rendevano il sorso assai piacevole, ma rischiavano talora, a mio avviso, di far passare su un piano minore l’essenza territoriale, che pure restava comunque sottesa.

Poi, adesso è anche l’età giusta per assaggiarlo e berlo, questo Soave del 2018, perché ha ragione il sito della cantina quando dice che si tratta di un “vino molto strutturato che si esprime al meglio dopo uno-due anni di affinamento in bottiglia”, e secondo me gli farà benissimo anche qualche anno di vetro in più.

Un gioiello che trasuda appartenenza e che trovate normalmente on line sotto ai 13 euro.

Soave Classico Monte Fiorentine 2018 Cà Rugate
(94/100)

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