I migliori vini dell’annata 2014 in Côte Chalonnaise

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Nel sud della Borgogna la Côte Chalonnaise rappresenta un mosaico di terroir molto vario. Oltre allo chardonnay e al pinot nero, questa zona si contraddistingue per la presenza dell’aligoté, varietà che sta vivendo un vero e proprio rinascimento, anche grazie a qualche interprete di peso (mi riferisco alla famiglia De Villaine).

È un angolo di Borgogna che merita il viaggio anche perché vi si trovano produttori interessanti e vini dai costi ancora umani.

Queste sono a mio avviso le cantine più interessanti, relativamente al millesimo 2014 (salvo eccezioni indicate di volta in volta). Accanto ai più noti produttori, ho voluto provare qualche outsider.

Domaine Belleville
Rully Blanc La Perche: vino che subisce l’impatto del legno, finale morbido. (75)
Rully 1er Cru Blanc Les Cloux: c’è più materia e questo aiuta. Buona intensità, finale salino. (80)
Rully 1er Cru Rouge Les Chauchoux: se il naso è interessante, la presenza di solfiti impatta leggermente lo sviluppo aromatico. Fumé, frutta acidula, si beve molto bene. (82)

Xavier Besson
Givry Rouge Le Haut Colombier: al naso non ci si può sbagliare, è un pinot noir. Fruttato, semplice e dotato di grande beva. Ce ne vorrebbero di più di vini così. (84)
Givry 1er Cru Rouge Le Petit Prétan: una presenza di legno più importante ma non invasiva. Non ha una grande complessità ma l’annata andava interpretata così, senza forzare. (85)
Givry Blanc le Haut Colombier: mandorla dolce, frutta fresca, anche qui si capisce che siamo di fronte a uno chardonnay. Facile. (83)

Albert Bichot
Mercurey Blanc Les Champs Michaux – Domaine Adélie: una cantina di grandi dimensioni che riesce a fare qualità. Naso agrumato, semplice ma carino. Tenero e fruttato, si sente che c’è un lavoro di cantina. (84)
Mercurey 1er Cru Rouge Les Champs Martin: minerale, liquirizia, fresco e pulito, solo un pizzico di durezza nei tannini a frenare lo sviluppo. (82)

Et P. de Villaine
Bouzeron: il “régisseur” del Domaine della Romanée Conti, è anche autore di uno dei più limpidi aligoté del villaggio di Bouzeron, culla di questa varietà. Linfa, erbe fresche, agrumi. Fresco e dinamico, nel finale mare e lievito. (89)
Bourgogne Côte Chalonnaise Blanc Les Clous Aimé: più chiuso all’olfatto, si presenta meglio al palato, tutto sulla lunghezza e sugli agrumi. (84)
La versione 2012 è più evoluta e calda, con aromi di fiori gialli e un tocco lattico in finale. (82)

Dureuil Janthial
Rully Rouge: frutta fredda, una grande acidità, finisce asciutto forse per la solforosa. (83)
Rully 1er Cru Rouge Chapitre: non è fatto male ma predomina una impressione di tecnicità e una durezza nel finale. (78)
Rully Blanc: buona interpretazione, nocciola, verde, dinamico e lungo. (84)
Rully 1er Cru blanc Le Meix Cadot: aromi di lievito, piuttosto tecnico e prevedibile, ma ben fatto. (82)
Rully 1er Cru Blanc Les Margotés: si sale di livello, notevole purezza, elegante. (86)
Rully 1er Cru Blanc Grésigny: si conferma il potenziale di Rully per i bianchi. Un vino molto ben realizzato, boisé discreto, erbe e spezie, ancora giovane. Una eccellente alternativa ai più cari e prestigiosi vini della Cote D’Or. (90)

Maison Jaffelin
Givry 1er Cru Rouge Les Grandes Vignes Jaffelin 2013: 25% di legno nuovo per 14 mesi. Naso di ciliegia e arancia, fresco, un pinot esemplare dal finale tannico ma non asciugante. (85)
Rully Blanc Jaffelin 2013: 10% di legno nuovo per un vino morbido e rotondo, si sente la frutta matura. (85)

Domaine Bruno Lorenzon
Montagny 1er Cru Les Treuffières: equilibrato, aperto, piace per l’assenza di tecnicismi. Puro, lungo e largo. (87)
Mercurey 1er Cru rouge Les Champs Martin: non facile ed immediate, palato caldo con note di marasca, forse manca un pelo di tensione ma compensa con una notevole dose di godibilità. (88)

Vincent Lumpp
Givry 1er Cru Rouge La Grande Berge 2013: floreale, ferroso, semplice, si è cercato di favorire la beva, e non ci dispiace. (85)
Givry 1er Cru Rouge Clos Jus 2013: uno dei cru più reputati di Givry. Profondo, si avvale di una vinificazione perfetta, un vino di classe. Non cerca la concentrazione ed evita gli eccessi del legno. (89)
Givry 1er Cru Rouge Clos Saint-Paul 2013: minerale e fruttato, tannino vivace ed energico, un vino vivo che domanda almeno 5-6 anni di cantina. (91)
Givry Blanc Le Vigron: fragrante e profumato, impostato sulla facilità. (85)

Michel Sarrazin et Fils
Givry Blanc: l’uso del legno è forse eccessivo ma la materia è buona. (83)
Givry 1er Cru blanc: c’è più complessità, frutta matura e complessità si abbinano in un palato fresco. (85)
Givry Rouge: vino sul frutto, bella beva. (84)
Givry 1er Cru Rouge Les Bois Gauthier: più complesso e complete, il frutto è integro e l’uso del legno non si percepisce. Bel vino che termina sulla mineralità. (89)

Theulot Juillot
Mercurey 1er Cru Blanc Champs Martins: una certa complessità, burro e nocciola, decisamente tipico. Al palato si afferma una mineralità discreta, lungo. Affinato in fusti da 500 litri. (86)
Mercurey 1er cru Rouge La Cailloute Monopole: non troppo colorato, ferro e ciliegia al naso. Equilibrato, non troppo legnoso, né troppo denso, ha lunghezza, bel pinot. (87)

Tremeaux Père et Fils
Mercurey 1er Cru rouge les Croichots: non regge il legno. (75)
Mercurey 1er Cru Rouge Les Naugues 2013: sembra avere la capacità di assorbire il legno che al momento è preponderante. Appuntamento tra 5-6 anni. (82)

Tupinier-Bautista
Mercurey 1er Cru Blanc Sazenay 2015: difficile, palato troppo rigido. (74)
Mercurey 1er Cru Rouge Sazenay: legno e fumé, interessante il lato floreale che salva il vino. Vinoso e giovanile, potrebbe anche migliorare. (82)
Mercurey 1er Cru Rouge Clos du Roy: più complesso e profondo, ciliegia. Come gli altri vini del Domaine, il legno è ben presente, ma questo sembra poterlo sopportare. (84)