Mi chiamo Michelangelo

michel

Con gli anni ho imparato a chiedere. Non temo più rifiuti e figuracce, io chiedo. Se poi non va, pazienza.

È passata la vergogna di quando ero giovane e mi imbarazzava anche solo assistere alle richieste altrui. Io chiedo.

Chiedo informazioni stradali. Chiedo i prezzi delle cose nelle vetrine in allestimento e a volte chiedo lo sconto. Chiedo un piacere e mi spingo fino a chiedere un aiuto.

Anche oggi ho chiesto e, gentilmente, mi è stato dato. Avevo un orario da rispettare e, mentre viaggiavo sulla solita corriera mattutina, speravo di poter fare coincidenza con un altro bus ad una certa fermata. L’autista si è prodigato per compiacermi e ci è riuscito.  Quando, scendendo, l’ho ringraziato chiamandolo “signore gentile” lui mi ha risposto: “Mi chiamo Michelangelo”.

Questo cenno di confidenza mi ha fatto tenerezza, d’altro canto è pur vero che lui ha volato per me. Nel rispetto dei codici, ovviamente.