I love pani câ meusa

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Ci sono tre panini che reputo irrrinunciabili. Nell’ordine, il pani câ meusa che fanno a Palermo, la rosetta calda di forno con la mortadella tagliata al momento (mortadella coi pistacchi, sia chiaro) che si mangia dalle mie parti e il panino col lampredotto cui non resisto quando passo da Firenze.

Per chi non lo conoscesse, il pani câ meusa è il “pane con la milza”, che però non è solo con la milza (di vitello), perché di solito si usa, insieme, anche il polmone. Le frattaglie vengono prima bollite e poi tagliate a pezzi grossolani e fatte soffriggere lungamente nello strutto o nella sugna. Ci si imbottisce la pagnottella morbida – a Palermo la chiamano vastella – coi semi di sesamo in superficie. Chi vuole esagerare, il panino lo fa maritatu, che vuol dire che ci aggiunge il caciocavallo grattugiato, oppure della ricotta.

Capisco che qualcuno possa arricciare il naso, ma se è ben fatto, be’, è un capolavoro della cucina popolare. Il che non significa che sia il massimo della digeribilità, ma chi se ne importa?

Di recente ho mangiato uno strepitoso panino con la milza (e il polmone) nel locale Nnì Franco U Vastiddaru, ovviamente a Palermo, in una piazzetta a lato della via Vittorio Emanuele. Gustosissimo, a tal punto che ti vien voglia di mangiartene un altro immediatamente, ché a farsi indurre in tentazione ci si mette anche il costo, così basso che ti domandi come fanno a starci dentro: 2,50 euro. Poi anche il resto è super economico: per esempio, il piatto misto di crocchè e panella viene 2 euro, diconsi 2 soli euro.

Ovviamente, l’apparecchiatura è spartana: tovaglia di carta, bicchieri di plastica. Ma volete mettere il gusto?

Fantastico. Posti così sono un patrimonio dell’umanità. Un bene culturale. Non scherzo.

Franco u Vastiddaru – via Vittorio Emanuele, 102 – Palermo – tel. 091 325987

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