Lo sapete che il Cabernet d’Anjou è rosa e dolce?

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Che le due uve “emblematiche” di quel tratto in mezzo alla Valle della Loira che sta tra Saumur e Angers – intorno ai 20 mila ettari di vigne – siano lo chenin e il cabernet franc lo sapete di sicuro. Però qui in Italia non credo siano in molti a conoscere la versione rosa, e dolce, dei vini che si fanno lassù con le uve, tutte rosse, del cabernet franc e un po’ anche del cabernet sauvignon e spesso del grolleau e un po’ del gamay. Sono i discendenti diretti di quel Cabernet d’Anjou che ai tempi della Belle Epoque spopolava a Parigi. Vini che hanno tuttora i loro estimatori, e adesso tra di loro ci sono anch’io. Ma non si tratta mica di vini “di nicchia”. Sono in tutto 42 milioni di bottiglie l’anno, fatte su 5.800 ettari di vigneto da circa 750 produttori. Solo che da noi non ne arrivano, ci sono anzi pressoché del tutto sconosciuti.

L’incontro “fatale” col Cabernet d’Anjou, col Rosé d’Anjou e col Rosé de Loire e coi loro fruttini (la fragolina, il lampone, la melagrana, le caramelline inglesi) e con le loro dolcezze e le loro vene officinali (la menta) e con le loro acidità e col loro poco alcol l’ho avuto a Wine Paris a una degustazione guidata Elizabeth Gabay, Master of Wine, tra i massimi esperti di vini rosa al mondo. L’obiettivo era quello di far scoprire la “diversità” dei rosé della zona intorno ad Anjou. Perché, sì, sono rosé radicalmente diversi da ogni altro al mondo. Il motivo? “Vengono da un ambiente dove lo zucchero e l’acidità sono essenziali per elaborare il vino”, ha detto Elizabeth, e se pensate a quali miracoli si facciano da quelle parti variando dolcezza e freschezza nei bianchi a base di chenin non avrete anche voi alcun tentennamento nel comprendere che cosa intendesse. Attenzione, sono vini che sono e restano sempre territoriali, perfino nel colore, che non insegue la delicatezza in voga quasi ovunque in Francia.

Qui di seguito le mie note dei nove vini assaggiati (e talora talmente irresistibili che ho “dovuto” berli), in rigoroso ordine di ingresso in scena.

Rosé de Loire 2018 Domaine de Flines
Floreale. Lampone, amarena, fragolina. Un po’ vinoso. Mentuccia. Modesta spinta acida. Grolleau gris al 70%, il resto cabernet franc, solo 3,5 grammi litro di zucchero. (80/100)

Rosé de Loire 2018 Domaine de Terrebrune
Fresco e mineraleggiante, perfetto stile Loira. Una leggera tannicità aiuta il sorso. Un che di pepe nel finale. Per il 60% è grolleau gris, il saldo è gamay, 3,9 grammi di zucchero. (85/100)

Rosé de Loire Cuvée Belle Rosée 2017 Château de Bellevue
Frutto rosso, ciliegia selvatica, lampone di bosco. Piuttosto vinoso, acidità spinta, non banale presenza tannica. Vobrante, ha carattere. Gamay e grolleau, 3,7 grammi di zucchero. (86/100)

Rosé d’Anjou Cuvée 8 1/2 2018 Domaine des Trottières
Metà grolleau, metà gamay e ben 35 grammi di zucchero con soli 9 gradi di alcol, ma è un capolavoro di goloso, fresco equilibrio. Fruttini lunghissimi, infiniti. Un fuoriclasse. (92/100)

Rosé d’Anjou 2018 Domaine des Hautes Ouches
Ha 25 grammi di zucchero per litro e un’acidità spiccata. Lo definirei però più acidulo che fresco. Fragole. Fatto con grolleau gris e grolleau noir. L’alcol è all’11%. (80/100)

Rosé d’Anjou 2018 Domaine de Montgilet
Molto rosé francese nei profumi e dunque quasi marino e mineraleggiante. I 19 grammi di zucchero sono equilibrati da acidità e tannino, e pare perfino secco. Non so le uve. (86/100)

Rosé d’Anjou 2018 Château de Brissac
Venti grammi di zucchero e sembra secchissimo e pare possedere una struttura enorme anche se ha solo 10 gradi di alcol. Sottesa la vena minerale della Loira, 100% cabernet su scisto. (88/100)

Cabernet d’Anjou Champ d’Oiseaux 2018 Domaine des Trottières
Eccolo qui, il cabernet della Loira, con quella sua ciliegia croccante e di amarena. I 20 grammi di zucchero non frenano la corsa del frutto, che rotola nel palato. L’alcol è all’11,5%. (88/100)

Cabernet d’Anjou 2018 Domaine de Montgilet
Ecco, qui ci sono 39,5 grammi litro di zucchero e si avvertono, nonostante un’acidità dinamica e un tannino ben presente. Non gli difetta comunque di certo la personalità. (82/100)