Lo Champagne senza solfiti aggiunti

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Ci sono vini che o li ami o li odi. Per carità, amare e odiare non sono esattamente i verbi giusti, ma è per rendere l’idea. Insomma, ci sono bottiglie che dividono, e così c’è chi quel dato vino lo vorrebbe bere di nuovo il giorno dopo e chi invece proprio non se lo fa andare giù.
Ecco, in una bevuta di bolle tra amici c’è stato uno Champagne che ha generato quest’effetto di divisione per amore e odio, ed è il Brut Nature Sans Ajout de Sufre di Drappier.
Ora, già di per sé non è detto che un Nature piaccia proprio a tutti, con quella sua spalla acidissima e quel suo carattere affilato e tagliente che gli è (gli dovrebbe essere) consono. Ma questo qui ha anche quella vena un po’ ridotta e un po’ decadente del vino che non gli hanno messo solfiti per conservarlo, e dunque ecco che la platea si divide.
A me è proprio piaciuto, e lo riberrei molto volentieri, anche se ovviamente è uno Champagne di quelli che vanno attesi nel calice, dandogli tempo di aprirsi e di esprimersi e anche di scaldarsi, ché consiglio di bere vini di questa fatta a una temperatura di cantina e non di meno.
Se gli concedi la pazienza che merita, avvince con quel suo frutto macerato, quella spezie e quel nervoso carattere minerale.
Solo pinot nero, niente dosaggio.
Viene una quarantina di euro on line.
Champagne Nature Sans Ajout de Sufre Pinot Noir Zero Dosage Drappier
Due lieti faccini e quasi tre 🙂 🙂

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