L’intensa florealità di un Côte du Py del 2016

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Non so se sia capitato anche a voi, ma ogni tanto, complice il buio della cantina o l’imperizia dello scrivente, succede che apro una bottiglia pensando di averne presa un’altra. In questo caso ho aperto un vino che avrei voluto attendere ancora qualche anno. Ma non me ne sono pentito per nulla. Fortuna ha voluto che si trattasse di un Morgon del 2016, annata tendenzialmente più tenera e quindi più pronta di altre. Era il Côte du Py di Louis Claude Desvignes.

Ho trovato un vino di una florealità intensa, raramente ho messo il naso in un bouquet così ricco. Una espressione tra le più pure del terroir granitico di Morgon, frutto di vecchie viti e di una vinificazione tra le più classiche. Niente legno e niente artifizi. Solo (si fa per dire) un grande lavoro in vigna e tanta delicatezza nel rispetto del frutto. Ci ritrovo la stoffa di un grande Borgogna, con la facilità di beva dei grandi Beaujolais. Sicuramente un vino che andrà avanti per almeno dieci anni, ma che già ora è irresistibile e difficile da tenere in cantina. Mi sa però che le altre due bottiglie le apro tra un po’ di tempo, credo che non ne sarò deluso.

Morgon Côte du Py 2016 Louis Claude Desvignes
(90/100)

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