Le Grand Tasting, gli Champagne

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Sul finire dell’anno Michel Bettane e Thierry Desseauve organizzano a Parigi Le Grand Tasting, appuntamento irrinunciabile per chi voglia avvicinare la Francia dei grandi vini. La sede è il Carrousel du Louvre. Ovviamente non può mancare lo Champagne e quelle che seguono sono le mie note di degustazione, appunto, degli Champagne assaggiato a questa degustazione. I voti sono in ventesimi.
Beaumont des Crayères
Champagne Fleur de Prestige 2004. 50% chardonnay, 40% pinot noir, 10% pinot meunier. Complesso e speziato, note di nocciola. La bolla è abbastanza presente ma non eccessiva, appare morbido e maturo. 16,5/20
Champagne Fleur de Meunier 2008. Fruttato e semplice, bocca che sa di mela senza particolare finezza. 14,5/20
Françoise Bedel
Champagne Origin’elle Extra Brut. Assemblage di 3 terroir. Base 2009. Domina il frutto, il palato è agrumato e minerale, con una grana delicata. Bell’aperitivo dotato di beva sincera. 15/20
Champagne Dis Vin Secret. Extra-brut con base 2005. Vinoso e ossidativo, note di miele e formaggio fresco, avvolgente e gradevole. 15,5/20
Champagne Entre Ciel et Terre. Base 2005 su suolo di argilla. Al naso terra umida e frutta, comunica spontaneità e termina lungo. 16,5/20
Champagne L’Âme de la Terre 2004. 80% di pinot meunier. Stranissimo, salato ed evoluto, molta frutta secca e un fondo acido che spinge molto il liquido. Sornione, rivela col tempo la sua personalità. 17,5/20
Champagne Origin’elle Brut. Base 2007. Un po’ più corto, mantiene la salinità comune alla serie. La bolla è più marcata e la lunghezza non viene penalizzata nonostante il dosaggio maggiore. 16,5/20
Billecart-Simon
Champagne Brut Réserve. Fine e minerale, senza grande struttura e abbastanza caro per un “base”. 14,5/20
Champagne Brut Rosé. Vinoso e ancora chiuso, vivo e lungo, migliorabile nella finezza di bolla. 15/20
Champagne Blanc de Blancs Grand Cru. Nonostante non abbia un dosaggio esagerato (5 grammi) sembra più “pesante” di altri. Il finale gli rende giustizia, entrano in gioco acidità e sensazioni tattili di buona levatura. È salino e maturo. 16,5/20
Champagne Vintage 2006 Extra-Brut. 75% di pinot nero e 25% di chardonnay, vinificato in parte in legno e 3 grammi di zuccheri. Pietra focaia e minerale, risalta il lato “duro” della Champagne. Teso e poco benevolo verso ammiccamenti zuccherini, è crudo e salato con una bella “cattiveria” lungo tutta la degustazione. 17,5/20
Bollinger
Champagne Special Cuvée. L’emblema della casa di Ay si è rifatto il look. Uno Champagne più puro e meno ossidato, anche meno dosato. Ne guadagna in purezza e mineralità, anche se la lunghezza potrebbe essere maggiore. Apprezzo comunque la scelta stilistica. 15,5/20
Champagne Bollinger Rosé. Meglio la bocca del naso, con un frutto perfetto per un aperitivo chic. Nocciole e ciliegie. Cin Cin.  15/20
Champagne La Grande Année 2004. 66% di pinot noir e il resto di chardonnay. Spezie e nocciola. Anche qui colpisce più il palato che il naso, con un dosaggio forse troppo ricco di 7,5 grammi. Ne risulta una bocca grassa senza però la lunghezza dei migliori, salino. 15,5/20
Champagne La Grande Année Rosé 2004. Meglio del “cugino” bianco. Frutta candita, fine e aperitivo elegante. 16/20
Champagne R.D. 2002. Attenzione: grande bottiglia. Se il naso è ancora chiuso nella sua mineralità, il palato non tradisce una materia fantastica. Non insiste nella potenza, restando fine per tutta la degustazione. Solido e roccioso, un giovanotto dal grande futuro. 19/20
Deutz
Champagne Cuvée William Deutz 2002. Una casa che vinifica solo uve da grand cru e che propone un 2002 dalle note erbacee e di pesca bianca. Persistente e di discreta complessità. 17/20
Champagne Cuvée Amour de Deutz 2005. Naso di pasticceria e bocca dolcina. 14/20
Champagne Millésime 2007. 65% di pinot nero, lungo anche se magretto e delicato. 15/20
Fleury
Champagne Millésime 2002 Extra Brut. Puro e agrumato, una beva spontanea e un palato evoluto ed esotico. Finale di frutti a polpa bianca, buona la lunghezza, manca un pizzico di finezza. 16,5/20
Champagne Boléro Extra-Brut 2004. 100% di pinot noir. Uno Champagne ossidativo ed evoluto, preme sulla sapidità e su una materia matura e morbida. Molta naturalezza. 17/20
Champagne Sonate n°9 Opus 10 Extra-Brut. Senza solfiti aggiunti: 76% di pinot noir e 24% di chardonnay. Una versione di carattere ma che funziona poco. Salato, largo e acido. Però mi pare che le parti non si combinino. 14,5/20
Pierre Gimonnet
Champagne Cuis 1er cru Brut Blanc de Blancs. Una maison dedicata allo chardonnay, che debutta con un vino piacevole ma cortino. 14,5/20
Champagne Gastronome 1er cru Brut Blanc de Blancs 2009. Fiori e lieviti in uno sviluppo più verticale che orizzontale. Termina su ricordi di frutta secca. 16/20
Champagne Oenophile Non dosé 1er cru Blanc de Blancs 2008. Molto chardonnay nelle note di mare, gesso e frutta cruda. Il palato ha ancora bisogno di trovare la sua giusta dimensione, gli elementi devono fondersi. Tutto in freschezza e lunghezza. 16,5/20
Champagne Special Club Grands Terroirs de Chardonnay 2006. La bottiglia più completa, agrumi e nocciola, molto classico, si muove nella direzione del terroir. Persistenza notevole. 17/20
Charles Heidsieck
Champagne Brut Réserve. Base 2007, dégorgement 2014. Ben fatto, presenta un palato morbido rifinito da una elegante acidità che termina negli agrumi e nel pepe. Complesso e piacevole per la categoria. 16/20
Champagne Rosé Réserve. Prodotto con 20% di vini di riserva, sembra più ricco ma manca un po’ di fondo e di grazia. 14,5/20
Champagne Brut Millésimé 2005. Assemblaggio classico di pinot nero al 60% e chardonnay al 40%. Si riconoscono le note di pane tostato, pasticceria e spezie. Complesso con una bolla non finissima e un finale che rivela tanta giovinezza salina. Rimane una impressione fumé e speziata, nonostante non veda il legno. 16,5/20
Champagne Blanc des Millénaires 1995. Un puro chardonnay dei grand cru di Cramant, Avize, Mesnil sur Oger. Un vino, pardon, uno Champagne che si potrebbe citare a riferimento. Il naso varia dalle note speziate a quelle di lievito e di frutta secca tostata. La classe esplode al palato, uno stile perfetto, tra purezza minerale, acidità e lunghezza salina. Solido e persistente, sembra ancora giovanissimo. Chapeau! 19/20
Henriot
Champagne Brut Soverain. Base 2009 con 30% di vini di riserva. Facile e intuitivo, pulito e fresco, forse corto, ma nella media della categoria. 15/20
Champagne Brut Millésimé 2006. Metà chardonnay e metà pinot noir. Se la materia è interessante, il dosaggio a mio avviso eccessivo gli toglie purezza. Ciononostante rimane gradevole. 15,5/20
Champagne Cuvée des Enchanteleurs 1998. Solo gran cru, metà pinot nero e metà chardonnay. Ricco e grasso, opulento, sprigiona aromi di lieviti, liquirizia, spezie. Minerale e speziato, lungo e nervoso, ancora giovane. Tra i migliori assaggiati. 18,5/20
André Jacquart
Champagne Mesnil Expérience Brut Nature Grand Cru Blanc de Blancs. Potente, salino e largo, termina molto secco. Base 2007 con vini di riserva. 15,5/20
Champagne Millésime 2006 Grand Cru Blanc de Blancs. Puro chardonnay di Mesnil, vigne di oltre 50 anni di età. Un vino ancora molto giovane che ha tutte le carte in regola per diventare grande. Come i grandi Mesnil odora di mare, sale e spezia. Persistente, quasi rabbioso e violento. 17,5/20
Champagne Rosé Expérience Premier Cru. Saignée di uno o due giorni di pinot nero di Vertus (80%) e chardonnay di Mesnil (20%). Vinoso, rimanda ad un pinot nero fermo per le note di frutta a bacca rossa. Intrigante, pulito e lungo, bel palato. 16,5/20
Jacquart
Champagne Brut Mosaïque. 40% chardonnay e 30 di pinot noir e meunier. Dosaggio abbastanza elevato. Poco preciso al naso, meglio al palato. Facile, profumo di agrumi. 15/20
Champagne Blanc de Blancs 2006. Fine e agrumato, frutta secca, soprattutto nocciola, salino, manca forse di potenza, ma si apprezza la compostezza. 15/20
Champagne Cuvée Alpha 2006. 50% chardonnay e 50% pinot noir grand cru. Pietra focaia e frutta secca al naso. Complessità più in larghezza che in profondità, uno Champagne da gastronomia. 16,5/20
Jacquesson
Champagne Cuvée Nr 738. Base 2010 con 61% di chardonnay e 18% di pinot noir. Un vino più aperitivo. Fine ed elegante, quasi pepato, non ha la potenza dei più grandi ma riesce a conservare un frutto croccante. 16/20
Champagne Cuvée Nr 733 Dégorgement Tardif. Nuova cuvée affinata a lungo (8 anni) sui lieviti. Aromi di terra e funghi, complesso e minerale. Molte note marine e potenza in crescendo. Sale e nocciole nel finale, che manca solo di un pizzico di lunghezza. 17,5/20
Champagne Dizy Terres Rouges Rosé 2008. 30 ore di mecerazione su parte dell’uva. Naso serio, evoluto ma ancora giovanissimo. Un vino da carne, per via della sua struttura e per la sua capacità di affrontare il palato con una leggera tannicità. 18/20
AR Lenoble
Champagne Brut Nature. Interessante, teso, puro, persistente e minerale. Una base estravagante. 17/20
Champagne Grand Cru Blanc de Blancs. Vino più complicato, non per tutti.  Morbido, marino con un finale di grande acidità. Forse non è ancora assestato. 15/20
Champagne Grand Cru Blanc de Blancs 2008. Leggero, forse non molto lungo ma con una buona lunghezza. Delicatissimo. 15,5/20
Champagne Collection Rare 2002. La maison mette in commercio dei lotti con un lungo invecchiamento in cantina. Questo 2002 esprime grande complessità, fatta di aromi fumé, di nocciola e di mare. Palato di uguale complessità e lunghissimo. 18/20
Champagne Collection Rare 1988. È un privilegio essere riuscito ad assaggiare questo vino che odora di funghi, frutta secca e spezie orientali. Potrebbe spiazzare molti neofiti della categoria. Rotondo e profondo, semplicemente indimenticabile. 19/20
Paul Louis Martin
Champagne Cuvée Vincent Grand Cru 2009. Chardonnay da uve di Bouzy, patria del pinot nero. Un vino racchiuso su sé stesso e una bocca dalla bolla un po’ aggressiva. 14,5/20
Champagne Brut Blanc de Noirs. Facile, rotondo, ampio e rotondo, stile da grande pubblico. Un ottimo rapporto qualità/prezzo. 14/20
Moët & Chandon
Champagne Grand Vintage 2006. Prodotto con le tre uve principali. Agrumato e lievitoso, ricordi di pasticceria. Bocca ricca nonostante i soli 5 grammi di zucchero. Ben fatto. 16/20
Champagne Grand Vintage Rosé 2006. 47% di chardonnay con 23% di vino rosso. Il perlage non è tra i più fini, ma esprime freschezza. Agrumato, tende più verso un vino bianco che verso un rosé vinoso. Delicato. 15/20
Perrier-Jouët
Champagne Grand Brut. Fine e delicato, intenso e minerale. Contiene circa 20% di vini di riserva. 16/20
Champagne Belle Epoque 2006. Una bottiglia emblema della marca che evoca l’arte di inizio ‘900. 50% di chardonnay e 45% di pinot noir, 8,5 grammi di zucchero, quindi un dosaggio non proprio leggero. Complesso, si sentono i lieviti e la frutta secca accanto al gesso. Fiori bianchi, maturo e finale sulla vaniglia, la bolla è finissima. 18/20
Philipponat
Champagne Royale Réserve Brut. Tra i base non millesimati è uno di quelli più secchi e meno “compromessi”. Discreta lunghezza, può anche stare a tavola. 15,5/20
Champagne Cuvée 1522 2005. Un tratto ossidativo che rende difficile l’approccio olfattivo. Il palato è più rotondo, forse per un uso del legno o di vini di riserva. Potente, finisce su frutta secca e pesca. 16/20
Champagne Non Dosé. Austero, secco, materia prima eccellente per un vino riuscito. 16/20
Champagne Clos des Goisses 2005. La cuvée di prestigio deriva da uno dei pochi Clos in Champagne. Giovane, energico, rotondo per un frutto maturo e lungo per la freschezza della componente acida. Un carattere affermato grazie ad una mineralità che profuma di gesso. Ai vertici. 18,5/20
Pol Roger
Champagne Brut Réserve. Verde, note di sedano, fine e delicato. Il dosaggio esce nel finale. Classico Champagne da aperitivo. 14,5/20
Pure Extra Brut. Ha una bella freschezza ma non una grande lunghezza.  15/20
Champagne Brut Millésimé 2004. Vino lungo, complesso e minerale. Aromi di pane alle spezie, avvolgente e lungo su un bel sentore di nocciola. 17,5/20
Champagne Brut Blanc de Blancs 2004. Naso gessoso, speziato e di nocciola. Bolla molto presente. 16/20
Champagne Cuvée Winston Churchill 2002. In maggioranza pinot noir con saldo di chardonnay. Solido, elegante e gessoso. Un palato di finezza esemplare che coniuga potenza e lunghezza. 18,5/20
Louis Roederer
Champagne Brut Premier. Facile, morbido, corto, fatto per piacere ai più. 14,5/20
Champagne Brut Vintage 2007. Un vino da godersi in questo momento, potente per il suolo di argilla della Montagne di Reims. Lieviti e brioche e frutta calda. Gradevole. 15,5/20
Champagne Brut Rosé Millésimé 2009. Solo uve di proprietà per questo rosé fine e salino, con note di arancia e una sicura maturità. Diventa un po’ amarognolo nel finale. 15/20
Ruinart
Champagne Blanc de Blancs. In 3 litri, base 2010 + 2008/2009. Pulito e semplice come deve essere un base, più personalità della media dei suoi colleghi. 16/20
Champagne R Millésimé 2006. Magnum: 52% chardonnay e 48% pinot nero. Aromi di pietra focaia che si ritrovano al palato. Finale lungo. 16,5/20
Champagne Dom Ruinart Blanc de Blancs 2004. Dosato a 5,5 grammi, ha una trama nervosa e acidula che si innesta su un corpo maturo e speziato, finisce sul frutto. 18,5/20
Champagne Ruinart Rosé. Uno dei migliori rosé in circolazione, da prendere a occhi chiusi. Ciliegia acidula, fine e lungo, un grande aperitivo che funziona anche a tavola. 17,5/20
Taittinger
Champagne Prélude Grands Crus. Metà pinot noir e chardonnay. Fiori e pesca bianca, morbido, quello che ci si aspetta da una cuvée di base di una grande maison. 15/20
Champagne Comtes de Champagne Blanc de Blancs 2005. Fine, crudo e minerale, tecnicamente impeccabile, lo trovo leggermente troppo dosato e non all’altezza delle mie attese. 16/20
Veuve Fourny
Champagne Brut Nature Blanc de Blancs. Naso gessoso e di nocciola, poi finocchio selvatico e ancora minerale. Secco e diritto, molto chardonnay nello stile. 17/20
Champagne Grande Réserve Brut. Un 10% di pinot nero completa lo chardonnay. Base 2008 e 2009, vinificato in legno.  Più semplice e fruttato, beva facile e finale agrumato. Non ha la purezza del precedente. 15,5/20
Champagne Cuvée “R” Extra Brut Vertus Premier Cru. Vigne vecchie e uve da 80 parcelle. Complesso e salino, lungo sulla frutta seccca e il sale. Molto giovane, serve tempo, ma è una grande bottiglia. 18/20

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