L’America sostiene il mercato del vino, ma…

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Una interessante inchiesta commissionata da Vinexpo (la principale fiera di settore in Francia) a IWSR, un istituto che si occupa di analisi dei mercati mondiali di vino ed alcolici, rileva come siano ancora una volta gli Stati Uniti a sostenere la domanda globale di vino. Lo studio ha un valore ancora più significativo in quanto è l’unico ad includere una proiezione dei cambiamenti del mercato per i prossimi cinque anni.
Tra le dieci nazioni con il maggiore consumo di vino, solo gli Stati Uniti hanno registrato una crescita rispetto all’anno precedente, anche se inferiore a quella degli ultimi anni.
Parlando di numeri, la produzione è aumentata di un 2,7% tra il 2009 e il 2013, raggiungendo un potenziale in bottiglie di 31,7 miliardi di unità. La previsione di IWSR è di una crescita di un ulteriore 1% tra il 2014 e il 2018.
Se dobbiamo credere a queste cifre sembrerebbe che il mercato si stia avviando verso una fase di assestamento. Anzi, direi che una crescita limitata ad uno scarno 1% su quattro anni rappresenta un campanello di allarme. I produttori dovranno cercare nuovi posizionamenti sui mercati senza poter contare su un sostanziale aumento della domanda. L’effetto traino dei nuovi mercati, Cina su tutti, non riuscirà a coprire la diminuzione che colpisce molti mercati ormai maturi, soprattutto quelli europei. Se pensiamo poi ai dati che arrivano in questi giorni sull’aumento vertiginoso della superficie vitata in Cina (l’OIV conferma che la Cina supera anche se di poco la Francia), c’è da chiedersi quanto valga la pena investire in marketing in questo Paese. Almeno per la maggior parte delle imprese, in particolare quelle che non hanno mezzi finanziari sufficienti a sostenere la propria presenza sul medio e lungo termine.
Altri dati interessanti riguardano più precisamente alcune categorie di vini.  Se nel 2013 il consumo mondiale di spumanti rappresenta un 8% sul totale, lo si deve grazie alla crescita delle “bollicine alternative”. Prosecco e Cava guidano la cavalcata, con lo Champagne che paga un calo dell’1,4%. Tra il 2009 e il 2013 la domanda mondiale di spumante è cresciuta del 23%, con la previsione di un ulteriore balzo del 15% tra il 2014 e il 2018.
Tra i vini fermi il colore dominante è il rosso, che conta per quasi il 55% dei consumi, in calo per la minore richiesta del mercato cinese. Tiene la barra il rosé, in leggero aumento.
La quota di export rappresenta il 30% del totale dei vini imbottigliati, che dovrebbe crescere di un ulteriore 6,1% entro il 2018.

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