Voi la usate la sinestesia quando bevete?

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Non ci sono tornati sopra. Però in marzo erano in parecchi a sostenere che un vino non può essere definito croccante. Io invece sono tra quelli che un vino lo definisce anche croccante, quando è il caso. Per questo scrissi che rivendico il diritto alla croccatezza. E anche il sacrosanto diritto a fare uso della sinestesia.
Che cos’è la sinestesia?
È una forma retorica che usano i poeti, ma che capita di adoperare anche a ciascuno di noi nella vita quotidiana. Avete mai sentito parlare di giallo squillante? E di colore caldo? A rigore di logica, e seguendo la ferrea logica di chi sostiene che il vino, essendo liquido, non può definirsi croccante, neanche il giallo può squillare (non è una tromba, accidenti), così come il colore non emana calore (mica è una stufetta, no?). Ecco, però questa maniera d’esprimersi si chiama sinestesia.
Anche quando bevo un vino e ho voglia di dire che è croccante, faccio uso della sinestesia.
Ah, manca la definizione di sinestesia. La prendo da Wikipedia: “La sinestesia è una figura retorica che prevede l’accostamento di due parole appartenenti a due piani sensoriali diversi”.


1 comment

  1. Vinocondiviso

    La sinestesia, oltre che una figura retorica, è anche una condizione psichica derivante da ua specie di “cortocircuito cerebrale”.
    Rimando al post seguente:
    https://vinocondiviso.wordpress.com/2016/11/29/questuomo-sente-il-sapore-dei-suoni/

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