La transizione lenta di Vignerons d’Europe

vigneto_verde_400

Mi è capitato varie volte di domandarmi se le coincidenze siano davvero tali o se costituiscano invece indizi di cambiamenti in divenire che si vanno lentamente concretizzando. In genere, propendo per la seconda ipotesi. Così anche questa volta mi pare che le coincidenze siano troppe per essere frutto della casualità. Piuttosto, potrebbero significare un consistente indizio di una concreta mutazione in atto nel mondo del vino. Mi riferisco alle due recenti e temporalmente concomitanti notizie dell’elezione di Barbara Nappini a presidente di Slow Food e di Matilde Poggi a presidente della Cevi, la Confederazione europea dei vignaioli indipendenti. La prima volta per due donne, tra l’altro. Con qualche tratto che ne accomuna il ruolo.

La nomina di Barbara Nappini è stata infatti accompagnata dal lancio della cosiddetta Slow Wine Coalition, presentata come “una rete mondiale che riunisce tutti i protagonisti della filiera per mettere in atto una rivoluzione del vino all’insegna di sostenibilità ambientale, tutela del paesaggio e crescita sociale e culturale delle campagne”. Un passo avanti ulteriore rispetto a quel Manifesto per il vino buono, pulito e giusto che il movimento della chiocciolina presentò a Bologna l’11 ottobre del 2020, a sua volta attualizzazione delle riflessioni che scaturirono da Vignerons d’Europe, l’incontro di vignaioli voluto da Carlo Petrini a Montpellier nel 2007 e poi proseguito nel 2009 a Firenze, quando venne siglato il Manifesto dei Vigneron d’Europe.

Matilde Poggi è approdata alla guida della Cevi dopo essere stata da sempre ai vertici, prima come vicepresidente e poi come presidente, della Fivi, la federazione dei vignaioli italiani, costituitasi formalmente nel 2008 alla Reggia di Colorno. Nei fatti, tuttavia, credo di poter affermare che il collante iniziale della federazione nazionale fu proprio il primo Vignerons d’Europe, cui parteciparono molti dei futuri fondatori della Fivi. Né posso sottacere un’altra coincidenza, ossia che a coordinare la segreteria della neonata federazione fu Giancarlo Gariglio, oggi uomo di riferimento, insieme a Fabio Giavedoni, di Slow Wine, l’area “vino” di Slow Food. Le persone che nutrono pensieri simili prima o poi si incrociano.

Attenzione, lungi da me ipotizzare che tutte queste diverse circostanze siano dovute a una trama preordinata. Lo dico perché di complottismi e di complottisti in giro ce ne sono troppi e ne sono davvero stufo. Non c’è insomma alcuna regia sottesa a questi avvenimenti coincidenti. Semplicemente, ritengo che quando viene sparso un buon seme su un terreno potenzialmente fertile, questo possa tramutarsi in frutto, e i terreni di Slow Food e della Fivi li vedo, questo sì, abbastanza simili, per cui ci sta che diano frutti pressoché contemporaneamente. Del resto, si dice che “ogni frutto ha la sua stagione”, e la stagione è una per tutti. Non a caso, nel comunicato d’annuncio dell’elezione di Matilde Poggi si afferma che “i vignaioli indipendenti hanno un ruolo cruciale e centrale nella filiera e nella tutela del territorio”, con un linguaggio in qualche modo interconnesso con quello che ho sopra virgolettato per Barbara Nappini.

Ora, se questi segnali possano davvero trasformarsi in qualche cosa di nuovo e di vitale per il vino, lo diranno i fatti. Quel che osservo è che si tratta di indicazioni convergenti, nate dall’evoluzione lenta, ma costante, di un’idea scaturita più di dieci anni fa. Siccome credo nelle evoluzioni e non nelle rivoluzioni, penso che le premesse siano piuttosto interessanti.


4 comments

  1. Monica Raspi

    Sono d’accordo, non può essere una coincidenza. È la maturazione dei tempi, l’evoluzione naturale che si compie. Due transizioni importanti, il passaggio del testimone in Slow Food, e nella Cevi, da sempre con Presidenza Francese. E che siamo due donne, non può che riempirmi di orgoglio e anche speranza e gioia nel guardare mia figlia che si affaccia alla vita. Le cose cambiano, cambiamo il mondo

  2. Emanuela Bincoletto

    Ricordo che nel 2007 fui presente a Montpellier come Vignaiola Italiana insieme ad altri vignaioli veneti grazie al tuo invito. Te ne sono grata!
    Ne abbiamo fatta di Strada da allora come Fivi!
    Emanuela Bincoletto

  3. Angelo Peretti

    Angelo Peretti

    Grazie. Sì, cambiare il mondo, un po’ per volta, si può.

  4. Angelo Peretti

    Angelo Peretti

    Grazie della testimonianza, Emanuela! Come ho scritto qualche tempo fa, ebbi una qualche parte, seppur piccola, in quell’evento. Solo che pochi se ne ricordano. Per cui ti ringrazio doppiamente.

Non è possibile commentare