La storia del caffè a Napoli (anche in radio)

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Lo scrittore Angelo Forgione, autore del libro “Made in Naples”, ci racconta come sia arrivato il caffè a Napoli e come qui è diventato una bevanda di piacere e non più elisir farmaceutico. Il fatto che esista il termine “espresso napoletano” la dice lunga su quanto questo abbia poi fatto tendenza in Italia, e non solo. Eduardo ha raccontato il culto della bevanda nera nelle usanze dei napoletani magnificamente con la celebre scena in balcone nel dialogo immaginato con il professor Sant’Anna nella deliziosa commedia “Questi fantasmi”.
Da noi, a Napoli, ogni scusa è buona per mettere la moka sul fuoco e sentirla gorgogliare quando abbiamo un ospite o per entrare in un bar e rompere la tensione o la monotonia ordinandone una tazzina quasi sempre consumata al banco.
Vienna fu la prima città  europea ad apprezzare questa bevanda ed a dedicarle alla fine del XVII secolo i Kaffeehaus. Maria Carolina d’Asburgo, figlia di Maria Teresa,  sposò il re di Napoli  Ferdinando IV di Borbone nel 1768. La giovanissima regina bionda e colta introdusse molti usi viennesi, compreso il culto del caffè. Il primo Kaffeehaus del Regno di Napoli la regina lo ha voluto nella Reggia Vanvitelliana di Caserta, descritto minuziosamente da Lady Miller in una lettera del 1771, servito da camerieri con giubba bianca e cappellino, proprio come gli attuali baristi del banco caffè. Morta Maria Carolina, re Ferdinando IV sposò Lucia Migliaccio alla quale donò la meravigliosa Villa Floridiana dotata di Kaffeehaus in stile pompeiano, la depandance oggi detta Villa Lucia, dimora della moglie di Emilio Fede.
E il resto lo saprete ascoltando Acino Ebbro, la mia trasmissioni su Radio Siani, a questo link: “Il culto del caffè a Napoli con Paola Campana e Angelo Forgione“.