Sono convinto che il Prosecco dia il meglio di sé quando ha un po’ più di zuccheri residui, soprattutto se viene dalle colline alte, in particolare là dove ci sono i due Prosecco Superiore, attorno a Conegliano e Valdobbiedene, oppure nell’Asolano. Gli zuccheri gli danno struttura e gli garantiscono longevità – sì, perbacco, longevità – e anche maggiore complessità – sì, il Prosecco può diventare perfino complesso. Certamente, se questa è la mia convinzione portante, ci sono delle eccezioni. Per esempio, una sorprendente eccezione è il Prosecco 0.5 fatto da La Pria sui Colli Berici, nel Vicentino, e dunque in un contesto ben diverso da quelle che dicevo.
Incontrandolo al Mercato dei Vini della Fivi, Rino Polacco ha voluto farmelo provare. L’uva viene da un’enclave calcarea in mezzo a un territorio, quello berico, di formazione vulcanica, e il vino ha solo 5 grammi di zucchero per litro. Poco. In etichetta è scritto brut, di fatto potrebbe essere un extra brut. Ebbene, è un Prosecco che ha nel frutto il suo punto di forza. Una mela croccante e pulitissima, una vena d’agrumi spiccata e rinfrescante. Una traccia – già, lo devo proprio scrivere – minerale.
Però tra i vini targati La Pria a me è parimenti piaciuto anche l’altro brut, quello che ha quattro grammi di zucchero in più, arruvando ai nove. Ha una beva davvero notevole, e questa volta è soprattutto la dimensione floreale a farsi avanti. Primaverile, potrei definire il bouquet. E me l’immagino, questa bolla, col pan biscotto e la soprèsa che fan da quelle parti, sui Colli Berici. Mmh, che merenda!
Prosecco Brut 0.5 La Pria
(88/100)
Prosecco Brut La Pria
(88/100)