La grazia dei piccoli vini della grande annata del ’61

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Mi piace bere vini che abbiano molti anni sulle spalle. Per non spendere cifre folli, mi sono dato una regola generale, che è quella di individuare le annate migliori di ciascuna regione e di scegliere, tra i vini di quel territorio e di quelle vendemmie, le etichette “minori”. Perché i vini “piccoli” delle annate “grandi” sono in genere comunque ottimi vini. Così riesco a bere bene senza svenarmi.

A Bordeaux, quella del 1961 è considerata la miglior annata del Novecento insieme alla 1945. Tutti i vini bordolesi di quel millesimo che mi sia capitato di bere mi si sono presentati in stato di grazia. Ovvio che le migliori bottiglie di quell’annata costino un occhio della testa, ma cercando le etichette meno famose o le appellation meno celebrate ci si può godere il frutto di quella vendemmia magica a un prezzo ragionevole.

Questo è il motivo per cui quando nel listino di un raccoglitore di vecchie bottiglie ho visto un rosso bordolese del 1961 a poche decine di euro mi sono affrettato ad acquistarlo, ed oggi ho benedetto quella scelta.

A dire il vero, “affrettato” non è il termine corretto, perché prima di comprarlo ho approfondito un’etichetta che mi sembrava molto oscura. Il vino stava infatti sotto una denominazione di quelle, appunto, minori, e che oggi è radicalmente cambiata, quella delle Premières Côtes de Bordeaux, nella regione di interna dell’Entre-Deux-Mers. Adesso, l’aoc Premières Côtes de Bordeaux è riservata ai bianchi liquorosi, mentre i rossi che vi ricadevano sono stati rubricati come Cadillac Côtes de Bordeaux. La mia bottiglia, recava poi la specificazione Premières Côtes de Bordeaux-Langoiran, una specie di sottozona dell’epoca che ora non c’è più. Credo non esista più neppure il produttore, Chateau Cassadon, visto che non ne trovo traccia alcuna sul web. Esiste invece ancora il marchio del négociant che distribuiva quel vino, che era Roger Joanne e oggi si distingue per la commercializzazione di grand cru bordolesi. Fu la presenza di quel marchio che mi spinse all’acquisto. Dura la vita dei cacciatori dei piccoli vini delle grandi annate.

Ciò detto, com’era il vino?

Era, semplicemente, giovanissimo. Dopo cinquantanove anni. Merito anche di un tappo in buonissime condizioni, ma soprattutto dimostrazione ennesima della magnificenza della vendemmia del ’61. Il colore era un rubino chiaro brillante, cristallino, senza il minimo cedimento. Appena versato nel bicchiere, ecco che subito il vino raccontava la sua essenza bordolese, con la vena verde-fruttata del cabernet sauvignon in piena evidenza. Al palato, manifestava una bevibilità assoluta. Ripeto, dopo quasi sessant’anni. Certo, non aveva la profondità dei fuoriclasse bordolesi di quel millesimo, ma la soddisfazione che regalava era comunque tanta. A conferma della regola delle grandi annate.

Premières Côtes de Bordeaux Premières Côtes de Bordeaux-Langoiran 1961 Chateau Cassadon
(88/100)

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