La degustazione resti un piacere

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“La degustazione deve restare un piacere e un momento di condivisione e di scambio”. Mi piace questa frase, che mette in luce due aspetti che reputo fondamentali nell’avvicinarsi al vino, ossia la piacevolezza e la convivialità.

La frase virgolettata è di Pierre Casamayor, enologo, ma anche maitre de conférence (grosso modo il nostro “associato”) all’Università di Tolosa III Paul Sabatier, nonché degustatore della Revue du Vin de France. L’affermazione, che condivido in toto, proviene proprio dalla rivista francese.

Poi, apprezzo parecchio anche quel che sostiene riguardo al tatto, il senso troppo spesso snobbato quando si parla di vino. “A seconda del tipo di vino – afferma Casamayor -, il tocco al palato può essere paragonato a un tessuto. Cosicché ho detto spesso a miei studenti d’immaginarsi un telo di juta, di cotone, di velluto, anche di organza, per apprendere meglio questa sensazione tattile. Ritroviamo questo vocabolario nella degustazione con termini come vellutato, setoso. Questo permette di qualificare la grana di un vino”.

Benedetto tatto. Son d’accordo. Io ci confido molto, quando assaggio un vino, è importante.