La crema che fa resuscitare gli accaldati

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La foto che accompagna questo testo è praticamente una confessione, anzi la prova del reato di resa ai languori feriali.

Avete presenti certe notti insonni per il caldo, quando a causa del nervoso e del gironzolare per casa vi viene una sorta di fame isterica o una voglia ingiustificata di qualcosa?

Ecco, in questi casi di norma uno apre il proverbiale frigorifero e si scatena.

Io invece, giorni fa, ho aperto uno sporto un po’ defilato della dispensa. Ove so che, peraltro vanamente, mia moglie nasconde certe cose per sottrarle alle mie incursioni lanzichenecche.

Tra barattoli e barattolini ne ho scovato uno del tutto anonimo, chiuso con una fascetta che diceva semplicemente: “sigillo di garanzia”. Osservo perplesso. Colore marrone, consistenza del contenuto apparentemente cremosa. All’istinto della gola si sono subito sommati quello della curiosità e del giornalista e “plop”, col classico suono del tappo metallico che cede il barattolo si apre.

“Poffarbacco!”, avrebbe esclamato il professor Occultis (espressione riservata al comprendonio dei lettori di Blek Macigno più che memori). Vengo subito investito infatti da un profumo suadente, anzi seducente, di cioccolata e nocciole. Nessuna acutezza, nessun sentore estraneo, nessun eccesso o nota caricaturale, neppure a inalazione ripetuta e prolungata. Seguono alluvione di acquolina in bocca e sollevamento del dito indice per l’opportuno intingimento.

Ma per un attimo la mia pur minuscola parte gentilomesca ha il sopravvento. Così torno in cucina e mi armo di coltello. Poi ascolto la voce interiore del giornalista che mi suggerisce anche di predisporre pane e taralli. È però, appunto, solo un attimo: rapida occhiata in giro e la lama affonda prima nella crema e poi nella mia bocca.

L’effetto è dirompente: crema di gianduja, buonissima, gusto in equilibrio perfetto, sapore nettissimo di nocciola che si fonde in lenta progressione da manuale con quello del cacao, nessuna stucchevolezza, nessun retrogusto oleoso, nessuna appiccicatura, dopo il primo assaggio il palato resta libero e fresco, il che provoca l’immediato riassaggio.

Dimentico il caldo e passo alla prova pane: spalmabilità ineccepibile nonostante l’alta temperatura, niente effetto squacquerone insomma. La crema si distribuisce morbidamente sulla fetta di pane assumendo un aspetto soffice e mantenendo la compattezza mimima necessaria. La fragranza del pane di grani antichi e della crema mi invadono le narici, in men che non si dica la fetta sparisce nelle mie fauci.

Resisto alla tentazione del bis e passo alla prova successiva, quella del tarallo intuffato direttamente nel barattolo, una mia pratica perversa ma godereccia, abituale in occasione degli attacchi di fame domestica fuori orario. Il risultato è quello sperato: il tarallo “succhia” la crema, la quale è ben lieta di farsi risucchiare ma rimane aderente, senza sgocciolare, pur continuando a mostrarsi in tutta la sua piacevole viscosità. L’effetto organolettico della sbriciolosità del tarallo con la cremosità del companatico risulta dirompente.

La notte prosegue con l’inevitabile svuotamento del barattolo e con il ritorno a letto.

La mattina dopo scatta l’indagine. L’interrogatorio della consorte rivela che l’oggetto arrivava dal Piemonte e che in casa (evviva!) ce n’è anche un altro esemplare. Rapida ricerca e individuazione del meritorio conferitore. Segue reperimento delle decisive informazioni, che avrebbero potuto facilmente essere lette sull’etichetta legata al collo del barattolo se prima di riporlo qualcuno non l’avesse rimossa.

A investigazione conclusa, l’esito è il seguente.

Produttore: Cascina Masueria di Claudio e Diego Masante, frazione Bruni 18, Murazzano (Cuneo), www.cascinamasueria.it.
Nome del prodotto: Crema Gianduja.
Ingredienti: nocciola del Piemonte igp (50%), zucchero di canna, cacao magro in polvere.
Reperibilità: direttamente in azienda o tramite spedizione diretta con corriere.
Disclaimer in autotutela: l’estensore del presente articolo declina qualunque responsabilità in caso di consumo con sovradosaggio, visto che oltre che nel taglio normale da 280 e 380 grammi la crema è venduta anche in confezioni da 5 chili.