La bellezza di un vino che sa di famiglia

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I pranzi e le cene che mi piacciono di più sono quelli che hai tutto il tempo che vuoi e hai la compagnia giusta e stai lì a chiacchierare e continui a restartene al tavolo anche dopo che hai finito il dolce e hai preso il caffè e magari si siedono con te anche il ristoratore o il cuoco e si va avanti. I vini che preferisco sono quelli che somigliano a questi pranzi e a queste cene e te ne versi e ti fanno compagnia e non ti stanchi di berne a sorsi piccoli e ti stupisci solo che a un certo punto la bottiglia finisca e guardi se ce n’è un’altra uguale.

Uno di questi vini l’ho incontrato di recente. È un rosso di una delle denominazioni meno celebrate della Borgogna, Maranges, eppure è una delle bottiglie più familiari che abbia avuto in tavola. Uso quest’aggettivo, familiare, perché mi si è presentato come uno di famiglia, che conosco da sempre, e infatti si è accomodato alla mia tavola e mi ha accompagnato tranquillo, che se fosse stato in degustazione in un concorso avrebbe fatto una buona figura, ma senta destare ammirazione enorme, e invece era ammirevole la crescita in confidenza che esprimeva di minuto un minuto e ogni volta suggeriva qualcosa di nuovo, nei profumi e nella beva, ma mai gridando, sempre pacatamente.

Ecco, questi sono i vini che mi piacciono, e se dovessi dargli un voto secondo gli schemi classici sarebbe buono, ma non spettacolare, ma se oggi lo ritrovassi su una carta in mezzo a chissà quali fuoriclasse, sceglierei lui, senza alcuna esitazione, come un amico conosciuto e fidato.

Dico solo una cosa, ancora, ossia che, cercandolo on line, il Clos des Loyeres di Château de la Charrière lo trovate intorno ai 25 euro, che non è pochissimo in assoluto, ma lo è per la Borgogna.

Maranges 1er Cru Clos des Loyeres 2018 Château de la Charrière
(92/100)

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