Kalsarikännit è quasi impronunciabile, eppure va forte

kalsa

Lasciatemi celiare, almeno una volta. Questa tensione che c’è nell’aria bisogna pur cercare di tagliarla. Bene, voi, proprio voi che state chiusi in casa (come se non fosse obbligatorio starci, chiusi in casa), l’avete fatto il Kalsarikännit? Sembra che in America, durante questi giorni di quarantena, sia diventato una specie di moda. D’importazione. Dalla Finlandia. Perché lassù, nella più remota parte della Scandinavia, il vino (ma a dire il vero soprattutto la birra) lo bevono praticando il profanissimo rito dello stare in mutande o in sottoveste. Oh, mica fuori, in casa, ovviamente. Questo significa la strana parola. Non è una novità, se ne parla da tempo, al riguardo c’è anche un libro che ha avuto un certo successo. Però il boom oltreoceano è esploso ora.

Non mi credete? Be’, non lo dico mica io. Lo racconta il New York Times, nientemeno, con un pezzo di . “Getting Tipsy at Home in Your Underwear“, titola, che suona grosso modo come “prendere la sbronza in casa vestiti solo dell’intimo”. Gli anglofoni hanno creato anche un equivalente dell’impronunciabile lemma finnico, traducendolo in “pantsdrunk”. L’hashtag #pantsdrunk funziona sui social. In rete girano due icone per questa cosa, un ometto in mutande grigie che impugna una pinta di birra e una fanciulla in lingerie a pois con un calice di vino rosso.

C’è chi dice – lo dice un tale intervistato, in realtà – che gli americani bloccati a casa si siano messi a seguire le abitudini dei finlandesi ritenendoli giocoforza maestri nell’arte di sopravvivere nell’isolamento sociale, loro che per tanta parte dell’anno sono impediti ad uscire per via del freddo polare e del buio.

Mah, certe volte valli a capire gli americani. Io dico solo una cosa, e non prendetemi per moralista. Dico che non mi piace quando si associa il vino alla sbronza. Porca miseria, il vino è molto di più di qualcosa che serve a prenderci una sbronza, e su questo non ci scherzo e non ci si deve scherzare.