Integralmente prodotto in cantina sociale?

prodotto_integralmente_400

Riguardo alla campagna dei “vini integralmente prodotti” lanciata dall’Eurospin (il testimonial è Luca Gardini), mi è stata posta una domanda, questa: “Ma quelli della promozione dell’Eurospin sono quasi tutti vini fatti da cantine sociali, com’è possibile che una cantina sociale possa scrivere che il vino è integralmente prodotto da lei, se non possiede neanche un ettaro di vigneto?”
Ebbene, non sono un giurista, ma la questione mi pare piuttosto chiara, e intendo che mi pare chiaro che una cantina sociale possa scrivere che il vino è “integralmente prodotto” da lei.
Mi spiego.
A regolare la materia è l’articolo 3 del decreto sull’etichettatura del vino emanato il 13 agosto 2012 dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, il Mipaaf. Il comma a di quell’articolo specifica che la norma si riferisce all’azienda “del produttore o di un’associazione di produttori”, e dunque anche a una cantina sociale, che è, appunto, una “associazione di produttori”. Una cantina sociale può pertanto legittimamente apporre in etichetta la dicitura “integralmente prodotto” che è prevista da quell’articolo 3 del decreto del Mipaaf, ovviamente qualora non utilizzi per la produzione di quello specifico vino uve acquistate da non soci.
Il tutto trova fondamento, aggiungo, ed è una chiosa mia, in una valutazione di natura civilistica: il socio di una cantina sociale è, di fatto, “proprietario” pro quota della cantina, e quindi non “vende” le uve dei suoi vigneti alla cantina sociale, ma le “conferisce” in qualità di associato. Il socio di una cantina sociale non è né “cliente”, né “fornitore” della cantina, bensì “conferente” in quanto associato, e dunque in parte proprietario della cantina.
Ergo, in termini di marketing ha avuto una geniale intuizione Eurospin a valorizzare il fatto che i vini presenti sui suoi scaffali siano “integralmente prodotti”.


6 comments

  1. Claudia

    Da tecnico di cantina sociale aggiungo anche che un’ulteriore valore aggiunto che racconto a chi ci viene a visitare in cantina , dico che abbiamo l’intero controllo della filiera , dalle verifiche in campagna all’imbottigliamento le operazioni sono seguite dal nostro personale,ma ahime’ non tutti sanno leggere gli ICRF

  2. Sergio

    Tutto bene.
    Ma il prezzo: Euro 1,35 alla bottiglia, vetro compreso, sullo scaffale mi sembra una mortificazione della fatica per i soci/conferitori che lavorano un’anno per produrre l’uva!!!

  3. Angelo Peretti

    Angelo Peretti

    I conti si fanno sempre con la carta, con la penna e magari anche con la calcolatrice. Una cooperativa non funziona come un’azienda agricola e chi sceglie di far parte di una cooperativa non guarda alla marginalità del singolo prodotto della cantina, così come una catena di supermercati non funziona come un negozio di paese.

  4. gp

    Anch’io non sono un giurista, ma mi sembra che la retroetichetta riprodotta qui sopra (presumibilmente uno dei vini in offerta nella catena discount Eurospin) non sia conforme all’articolo linkato. L’articolo dice chiaramente che “integralmente prodotto” è una dicitura che, ove ne ricorrano le condizioni, può completare l’espressione “imbottigliato da” in tutte le sue varianti (elencate nell’articolo stesso). Completare, non sostituire, come sembra essere il caso della retroetichetta qui riprodotta.

  5. Angelo Peretti

    Angelo Peretti

    Integralmente prodotto contiene già in sé il concetto di imbottigliato da. Non è un “di cui”.

  6. gp

    Il testo della legge non dice così. Lo cito:
    c) le espressioni di cui alle lettere a) e b) [«imbottigliato dall’azienda agricola …» eccetera, NdR] possono essere completate dalla dicitura «integralmente prodotto», a condizione che il vino sia ottenuto da uve raccolte esclusivamente in vigneti di pertinenza dell’azienda e vinificate nella stessa.

    Chi vuole leggere il testo integrale dell’articolo può seguire il suo link.

Non è possibile commentare