Indivisibile unità

Indivisibile unità.

Stasera non ci sei.

Mi piace questa sensazione di mancanza e desiderio. Saperti addormentato sul divano, io dentro al letto con i piedi freddi. Il plaid, quello coi cuori disegnati, che resta sopra il pouff quando sei qui con me, me lo son messo addosso. Sto bene. I piedi sono ancora freddi. Io sono calda dentro. La luna entra dal lucernario. Non chiudo gli occhi per avidità. Voglio guardarla tutta, voglio vedere oltre, di più! Mi addormenterò e sognerò le stelle, compagne di vita come sorelle.

Stasera non ci sei ed io sono comunque io. Così bramavo d’essere. Essere. Infinito. Già dire sono è limitante ma lo stesso esaltante. Sono qui ora, adesso, e sono libera. Libera di scegliere, di pensare e creare, di vibrare, di saltare da una frequenza all’altra, libera di sognare, concretizzare. Essere. Privo di aggettivi, di giudizi. Espressione essenziale di io non io.

Stasera non ci sei, le tue mani non stringono le mie e allora scrivo. Parole autonome che non si lasciano pensare e nemmeno immaginare. Rileggerò alla fine, o forse no, perché di me ho fiducia, dei miei pensieri non lo so.

Stasera non ci sei, le tue braccia non mi avvolgono per farmi addormentare.

Mi piace questa sensazione di mancanza e desiderio. Riconosco tutta la mia interezza, la mia individualità. Non sarò mai la tua dolce metà. Indivisibile unità.

Stasera non ci sei.

Vivo la consapevolezza di una scelta condivisa, la gioia di un innamoramento in mutamento, che si matura, che ci matura.

Fa bene, la lontananza. Colpisce, un tramonto, soltanto se l’osservi da lontano sennò vedi una palla di luce rischiando di accecarti.

Stasera non ci sei e sei più presente che mai.