Il Prosecco fa boom perché dà margini alti

tappi_capsule_champagne_240

Come si spiega il fatto che il Prosecco sta sfondando a livello internazionale anche in quella ristorazione che sin qui era stata, in fatto di bollicine, quasi un monopolio dello Champagne? Si spiega perché è un vino che permette al ristorante di portarsi a casa margini di guadagno più alti. Lo dice Alexandre Bader, direttore generale di Billecart-Salmon, uno che di dinamiche del vino con le bolle ne capisce parecchio.
In una tavola rotonda sullo stato del panorama produttivo champagnista organizzata dalla Revue du Vin de France, ha detto così: “Oggi, in numerosi hotel in giro per il mondo, molti sommelier non vogliono più spendere venti dollari per una bottiglia di Champagne. Preferiscono uno spumante italiano o californiano meno caro, che permette loro di aumentare fortemente i loro margini”.
Ma oltre che la concorrenza proveniente dal Prosecco, le grandi maison di Champagne sembrano temere quella che giunge dall’interno, fatta di vini a volte mediocri. “Per me – dice Francis Égly – la concorrenza viene in primo luogo dalla Champagne, e non dal Prosecco o dai Cava. La qualità troppo mediocre di certi Champagne venduti a meno di dieci euro è una minaccia altrettanto pressante di quella delle bolle italiane. Se lo tiriamo verso il basso con degli Champagne a buon mercato, rischiamo di non dare lustro al blasone della Champagne. È aumentando la qualità dei vini che si farà la differenza”.

In questo articolo