Il marketing del rosé si fa così

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I francesi sono i primi produttori di rosé e sono anche i primi consumatori di rosé. Insomma, lo sanno fare, lo sanno vendere e lo sanno bere. Mica male. La Provenza è l’ombelico del mondo rosatista, ma anche la Languedoc sta crescendo a vista d’occhio. E in Languedoc c’è un nome che se siete da quelle parti vedete dappertutto: enoteche, supermercati, botteghette di gastronomia, wine bar, ristoranti (anche a marchio suo), alberghi (anche a marchio suo). È Gérard Bertrand.
Appena entrato nel wine shop del suo hotel, Château L’Hospitalet, sulle colline di Narbonne, ho visto una cosa che voi umani produttori (bevitori) di rosato italiano neppure osate immaginare. Era l’esposizione dei vari formati di bottiglie del suo rosé base, il Gris Blanc. Quattro. Intendo quattro formati. Accanto alle classica bottiglia da 0,75 c’erano la magnum da un litro e mezzo, la doppia magnum da tre litri e la piccina da 0,187.
Un formato per tutte le tasche, un formato per tutte le occasioni. Da noi sarebbe considerata una mezza follia. Là funziona. Vedete voi.
Sono proprio bravi, coi rosé, ‘sti francesi. Sono bravi e ci credono.

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