Haderburg, splendide bollicine altoatesine

haderburg_240

“Papà nel 1976 ha iniziato a fare spumante a Salorno, sotto il castello che si chiama Haderburg. È da quello che ha preso il nome”. Me lo racconta Hannes,  il figlio di Alois Ochsenreiter, grande spumantista altoatesino. Grande, sì, perché le sue bolle sono splendide. Per me, al top assoluto tra le bollicine che si fanno dentro ai confini italiani.
Quando sono stato al maso cinquecentesco di Hausmannhof (sulla facciata è scritto 1578), dove ha sede l’azienda, in località Pochi di Salorno, Alto Adige, Alois non c’era. Ho trovato Hannes, la sorella Erika e la mamma Christine. Hannes mi ha fatto vedere la cantina, un intrico di stanze e cunicoli sotto la casa e la collina. Erika mi ha detto dei vigneti e ha tagliato lo speck, che con le bolle fatte col metodo classico ci sta a meraviglia. Christine ha svolto il ruolo di padrona di casa e di telefonista, ché era un continuo chiamare. Perché il vino lo vendono quasi tutto qui, sulla porta di casa. E non basta, soprattutto il pas dosé, che va di moda.
Domando ad Hannes come mai suo padre si sia messo in testa di diventare spumantista. “Per fare qualcosa di diverso, non ce n’era allora” mi risponde. Senso pratico, e abilità. “Papà è partito dal niente, ora abbiamo tredici ettari” aggiunge. “Dico sempre a mio marito sarà quel che sarà, ma le decisioni le ha sempre prese giuste” mi fa mamma Christine.
In cantina di lavora a mano. Solo per la sboccatura ci vogliono tre giorni intieri. In tutto si producono 90 mila bottiglie, due terzi col metodo classico, il resto vini fermi. Le vigne sono prevalentemente qui a Salorno, una buona parte di chardonnay e pinot nero presso il maso, e una grossa parte è a pergola. “Qui nel 1985 c’era il bosco, quando hanno piantato era ancora tempo di pergola” racconta Erika. E aggiunge che lì le vigne offrono ottime uve per lo spumante, “perché non fa troppo caldo in confronto all’altro lato della valle, dove il sole arriva già alla mattina”. E poi “qui è anche più umido”. La conduzione è bio, rame e zolfo. Una parte di vigna c’è anche a Chiusa, dove è stato comprato il podere Obermairlhof. “Il vigneto è a sei-settecento metri, e allora abbiamo deciso di cominciare prima con il biologico e poi pian piano con il biodinamico” spiega Erika.
Ora, i vini.
Alto Adige Spumante Metodo Classico Brut Haderburg
È il vino che fa i numeri maggiori. Chardonnay e un piccolo saldo di pinot nero. Ed è buonissimo. Che bel frutto che ha! Ha una bolla cremosa, una beva golosissima. Affascinante.
(90/100)
Alto Adige Spumante Metodo Classico Pas Dosé 2011 Haderburg
Ancora una nettissima prevalenza di chardonnay. Va a ruba, c’è la processione di gente che viene a elemosinarne qualche bottiglia. Nocciola, fruttino, agrumi. Affilato.
(88/100)
Alto Adige Spumante Metodo Classico Rosé Haderburg
Ovvio che sul rosé la palla passa al pinot nero, che indice al sessanta per cento. Si avverte più morbido del brut, ha sette grammi di zucchero. Sfoggia tanto, tanto fruttino. Cassis, mirtillo.
(85/100)
Alto Adige Spumante Metodo Classico Riserva Hausmannhof 2006 Haderburg
Tutto e solo chardonnay. Otto anni e mezzo sui lieviti. Spettacolare. Teso, caratteriale, grintoso. Eppure sa essere carezzevole nella bolla. Quando si dice la quadratura del cerchio.
(93/100)

In questo articolo