Guscio d’aragosta

Ci sono cose che impariamo da soli, nessuno ce le insegna, e va bene così. Possono essere gesti quotidiani o intuizioni semplici, ma vissuti in un contesto o in un momento particolari amplificano il loro valore. Sono le chiavi che aprono le porte al cambiamento.

Vi parlo di spostare un mobile, camminare scalzi, accarezzare un tessuto, o di scoprire che se sorridi a qualcuno arrabbiato, la sua rabbia si spegne, o se ti struggi perché non puoi tornare a com’eri un tempo, dopo un po’ realizzi che non devi tornare da nessuna parte, perché ciò che eri un tempo è lì con te, in ciò che sei oggi.

Io ho fatto e pensato queste cose, e molte altre.

È successo perché, come dice Twerski, il mio guscio d’aragosta era diventato stretto, e nessuno poteva romperlo per me.

Perciò io e il mio istinto ci siamo arrangiati e oltre quel guscio, e quella porta, qualche cambiamento l’abbiamo incontrato.

E con esso più comprensione per me, per gli altri e per quei fatti.