Il Greco di Tufo Vigna Cicogna 2014 di Benito Ferrara

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È uno dei vini bianchi italiani più conosciuti e ricercati all’estero. Proprio così. Quel Greco di Tufo che ancora troppo spesso bisogna raccontare nei particolari per farlo intendere è riuscito invece a diventare una celebrity grazie alla caparbietà di Gabriella Ferrara. Donna tenace e legatissima alla sua terra irpina così come ai vigneti di famiglia che ne hanno cadenzato i tempi e gli umori per generazioni.
Ha sempre voluto il meglio per il suo vino e nella terra fredda dei vini campani è stata una delle prime ad intuire che dovesse allearsi strettamente alla tecnologia per dare la possibilità al suo greco di compiere il grande salto. E così è stato, ci ha visto lungo.
La scelta dell’enologo Paolo Caciorna è stata importante, non bastava di certo avere delle ottime vigne.
I filari del cru Vigna Cicogna sono a San Paolo da almeno venti anni, fortunata frazione di Tufo, a 500 metri sul livello del mare ed esposti a mezzogiorno, posizione che consente al greco, vitigno tardivo, di raggiungere la giusta maturazione. Il terreno è fortemente in pendenza, fattore che consente di lavorare solo manualmente. È tanta la fatica, totalmente ripagata dal successo basato soprattutto sul fatto che questa etichetta sia molto apprezzata e ricercata da chi ama vini autentici e dalla forte identità territoriale.
Perché Vigna Cicogna? In effetti in quel vigneto sono stati avvistati degli aironi scambiati per cicogne durante l’esondazione del fiume Sabato e da allora conserva questa denominazione.
Nelle prime annate risulta un bianco nervoso, teso, esuberante, a tratti tannico. Comunque piacevolissimo per chi ama vini dal carattere deciso e riconoscibile. Nei tempi lunghi è sempre una esperienza sorprendente e molto coinvolgente.
Il millesimo 2014 accende l’aspettativa e consiglio di conservarne qualche bottiglia in cantina per godere poi delle lunghe evoluzioni di cui è capace con fierezza. È un vino pieno, di grande energia espressa sia al naso che al palato, spiccatamente minerale, agrumato nei toni del cedro, appena tostato, vibrante nella freschezza e appena tannico. Un vino sicuramente indimenticabile, da attendere con fiducia. È un bianco che in alcuni casi può sostituire un vino rosso per struttura, presenza tannica e acidità decisa. L’ho stappato sull’agnello al forno e ci stava benissimo.

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