Gravner, che adesso coltiva solo due uve

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Ecco, queste sono le notizie che mi piacciono, quelle che dicono che in cantina si semplifica, anziché complicare. Di solito i produttori italiani mettono nel loro listino di tutto, dal bianco leggero a quello in legno, dal rosso quotidiano al vinone da appassimento, dal metodo classico ai frizzanti sui lieviti. Ora c’è pure la moda del rosé, con i disastri del caso (fare rosé è roba seria, accidenti, non è un completamento di gamma, lo volete capire?). Ci sono aziendine piccole piccole che hanno dieci o dodici referenze, come le chiamano. Ma come si fa, dico io.

Dunque, il fatto che Joško Gravner annunci l’uscita delle nuove annate dei suoi tre vini, specificando che uno dei tre è alle ultime uscite, perché ha da tempo deciso di coltivare solo ribolla e pignolo, be’, è una di quelle notizie che mi piacciono. “Una decisione maturata sin dai tempi dell’amicizia con Veronelli, e finalmente portata a compimento”, si spiega. Bene.

Dicevo che sono in commercio le nuove annate dei vini di Gravner, ossia la Ribolla 2009, il Breg bianco 2009 e il Breg rosso 2005, in attesa della Ribolla Riserva 2003, che uscirà in autunno. Il Breg bianco, che è figlio di un uvaggio di sauvignon, pinot grigio, chardonnay e riesling italico, si “estinguerà” con l’annata 2012, l’ultima prodotta. Il Breg rosso è fatto solo col pignolo.

Tutti e tre i vini sono prodotti secondo la filosofia di Joško Gravner, che è nota, ma che può giovare ricordare. Fermentazione con lunga macerazione in anfore georgiane interrate, con lieviti indigeni e senza controllo della temperatura. Dopo la svinatura e la torchiatura il vino torna in anfora per almeno altri cinque mesi prima di iniziare l’affinamento in grandi botti di rovere, sei anni i bianchi, cinque il rosso. Imbottigliamento in luna calante senza chiarifica o filtrazione. Poi l’affinamento in bottiglia.