Gonne troppo corte

tacchi

Siedo nel mio angolino, in mano la penna e un bicchiere di vino. Mi guardo intorno. Senza volere finisco nel giochino dei perché.
Ma perché le ragazze indossano le gonne molto corte se poi trascorrono la serata a tirarsele giù?
E perché si mettono le scarpe strette se poi ballettano sui piedi poiché dolgono?
E perché scelgono tacchi molto alti se non ci sanno sostare senza perdere l’equilibrio? Quando camminano vengono fuori delle movenze da pinguino che risultano sgraziate e innaturali. Abiti troppo aderenti che non aderiscono a una personalità adeguata. Uomini insicuri che colmano l’indecisione col profumo. Camicie elasticizzate su pance esagerate. Si cura il look e non la propria essenza. A tavola si susseguono sguardi persi nel vuoto, unghie masticate sotto i denti, cellulari troppo presenti. Manca il dialogo, abbonda la paura del giudizio. Si respira disagio, peccato. Non siamo stati educati a noi stessi. Non siamo stati educati alla scoperta di noi stessi e questo è ciò che raccogliamo. Proviamo a scimmiottarci, omologarci, per essere accettati ma non sappiamo da che parte cominciare per essere noi stessi. “Sii te stesso”. Leggo questa frase molto spesso, sui social network e sorrido. Come puoi essere te stesso se non sai chi sei, scevro da retaggi e condizionamenti inconsci, bisognoso o timoroso dell’altrui giudizio?


8 comments

  1. Flavio Tagliaferro

    Nei pensieri Angelo.
    Forse i giovani sono solo diversi, molto diversi dalla nostra generazione.
    Socializzano e comunicano a velocita’ diversa, si riferiscono ad altri modelli anche’ quando mangiano, bevono e si vestono.

  2. Angelo Peretti

    Angelo Peretti

    Ciao Flavio. Grazie del contributo. Il pezzo è di Michela Pierallini.

  3. Andrea Giagulli

    Complimenti Michela,
    bella riflessione, potresti scriverla in versi e metterla in musica!

  4. enzopalladini

    Rispondo con una poesia di Frida Kahlo
    Ti meriti un amore che ti voglia
    spettinata,
    con tutto e le ragioni che ti fanno
    alzare in fretta,
    con tutto e i demoni che non ti
    lasciano dormire.
    Ti meriti un amore che ti faccia
    sentire sicura,
    in grado di mangiarsi il mondo
    quando cammina accanto a te,
    che senta che i tuoi abbracci sono
    perfetti per la sua pelle.
    Ti meriti un amore che voglia ballare
    con te,
    che trovi il paradiso ogni volta che
    guarda nei tuoi occhi,
    che non si annoi mai di leggere le
    tue espressioni.
    Ti meriti un amore che ti ascolti
    quando canti,
    che ti appoggi quando fai la ridicola,
    che rispetti il tuo essere libera,
    che ti accompagni nel tuo volo,
    che non abbia paura di cadere.
    Ti meriti un amore che ti spazzi via le
    bugie
    che ti porti il sogno,
    il caffè
    e la poesia.

  5. Sandro

    Penso che ” essere se stessi” , a volte , sia il tentativo di dare forma a qualcosa che non ha forma … a volte serve perdersi un po’ per ritrovarsi ….
    … anche il sapore di un vino può avere radici lontane e come il mare è difficile confinarlo ad una forma o imprigionarlo dentro una parola…
    Forse la nostra anima la troviamo lungo un percorso .. ma credo sia anche importante fermarsi a guardare i segni delle nostre mani …. a volte simili a quelle dei nostri nonni … a volte con segni nuovi che non sappiamo ancora decifrare ma la loro sensibilità conosce le nostre fatiche … le nostre paure … le nostre vibrazioni ..
    Buona vita a tutti

  6. Michela Pierallini

    Michela Pierallini

    Ciao Andrea! Grazie ad un commento ricevuto stamani mi accorgo di essermi persa il tuo al quale rispondo soltanto ora, scusandomi per il ritardo. Bella idea. Parliamone!

  7. Michela Pierallini

    Michela Pierallini

    Scusandomi per rispondere con tanto ritardo, ringrazio di cuore per queste meravigliose e toccanti parole.

  8. Michela Pierallini

    Michela Pierallini

    Ciao Sandro, sono rimasta piacevolmente sorpresa leggendo queste parole che risuonano nel mio cuore. Siamo veicolo di un’anima che, come tu dici, non ha forma, non ha inizio e non ha fine ma è pura vibrazione di luce e gioia. Sono me stesso quando riconosco la mia unicità che non è definibile né categorizzabile. Averne consapevolezza significa molto. La consapevolezza cambia tutto. Allora puoi scimmiottare e sperimentare ma sei cosciente di ciò che stai facendo. Purtroppo il mio pezzo, scritto osservando una tavolata al ristorante, è la constatazione di quanto sia frequente cercare di essere qualcosa che non si è poiché, raramente, ci si pone come obiettivo l’essere noi stessi. Buona vita a te e grazie per il tuo pensiero.

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