Mettiamocela via: in fatto di consumo del vino, tra noi e gli americani c’è un abisso. Culturale.
Una riprova m’è venuta sfogliando l’ultimo numero di Wine Spectator. C’è una doppia pagina di pubblicità (che costa un bel po’) di un rosé statunitense, dell’Oregon. È l’Elouan Rosé della Elouan Wines, un brand della Copper Cane Wines and Provision di Joseph Wagner, uno che col business del vino ci sa fare eccome. Ebbene, l’impostazione della doppia pagina potrebbe essere quella di un rosé provenzale: estate, ombrellone (rosa ovviamente), lettini prendisole (con cuscini rosa), ragazza sorridente a bordo piscina, occhiali da sole (con montatura rosa), calice di rosé in mano.
Ops! Aspetta un momento. Guardo meglio e. no, non è un calice. È un bicchiere senza gambo. La giovane donna sorride ed ha in mano un bicchiere senza gambo. Con dentro il rosé.
Ecco, dobbiamo infilarcelo in testa. In America è normale bere il vino nei bicchieri senza gambo, e vale soprattutto per i vini più informali, come il rosé appunto, e per le occasioni altrettanto informale. Dunque, il barbecue, oppure a bordo piscina, in spiaggia, nei party tra amici. A pensarci bene, un po’ ovunque tranne magari che al ristorante.
Credo che questo dovrebbe insegnare pareccho a chi voglia promuovere il vino nel mercato statunitense. Dovrebbe insegnare che i nostri codici di comunicazione sono diversi dai loro, perché diverso è lo stile di consumo. Chi mai tra i produttori italiani spenderebbe qualche decina di migliaia di euro per pubblicizzare il proprio vino nel bicchiere senza gambo? Sembra un’eresia. Invece no, invece funziona, là in America.
Mi viene da domandarmi se non si divertano più loro, gli americani, a bere vino. Sarà mica anche per questo che il mercato statunitense è l’unico che continua davvero a crescere in fatto di consumi di vino, e soprattutto di rosé?
PS: la fotina che accompagna questo pezzo è proprio il particolare del bicchiere nella pubblicità dell’Elouan Rosé.
