I giovani e il rosé come chiave d’ingresso al vino

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“Sempre più i giovani bevitori di birra e di alcolici si mettono a bere rosé. Il rosé è una chiave d’ingresso alla rampa di lancio verso dei rosé più complessi o verso dei vini rossi o bianchi”. Lo afferma Gérard Bertrand, uno dei grandi nomi del vino della Francia meridionale, firma di punta della Languedoc. Lo dice in un amplissimo servizio che La Revue du Vin de France ha dedicato al successo dei vini rosati transalpini.

Insomma, secondo Bertrand, se si vuole sperare che i giovani volgano la loro attenzione verso il mondo del vino, occorre passare attraverso il rosé. Che ha un vantaggio: “è popolare”, parola di vignaiolo. Insomma, il rosé non è snob, non pretende che chi beve sia un esperto. “Se il vino è destinato agli esperti, la maggior parte delle persone non lo beve”, dice.

“Se vogliamo continuare a vendere vino – gli fa eco un alro produttore rosatista di punta, Jean-Christophe Comor -, è indipensabile che presso la clientela il rosé sia percepito come un vino e non come una bevanda che può essere rimpiazzata dalla birra, da uno spritz o da un superalcolico. Sempre di più i giovani s’interessano ai vini rossi e bianchi dopo essere stati iniziati al vino con il rosé”.

Ho come l’impressione che ‘sti francesi abbiano ragione.