La Francia vuol cacciare i due vignaioli giapponesi?

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La notizia la riporto per come l’ho letta, ma l’ho letta da fonti diverse, da testate diverse. Per esempio sulla Revue du Vin de France, oppure su Decanter, oppure su Liberation, oppure su The Drink Business, giusto per riportare qualche fonte, e le uscite sono pagine e pagine di Google.

La notizia è quella di due giovani giapponesi, Rié e Hirofumi Shoji, che si sono innamorati del vino francese da Ducasse a Tokyo, e che sono andati a imparare il mestiere di fare vino in Francia, e che hanno investito i loro risparmi e si sono anche indebitati nell’acquisto di un appezzamento di terra (150 mila euro di spesa, due terzi di tasca loro, niente sovvenzioni pubbliche) a Collioure, poco lontano da Banyuls, Sud Ovest della Francia, un tiro di schioppo dalla Spagna, e hanno cominciato a farci vino secondo i canoni “naturali” con l’uva del grenache. Il loro minuscolo domaine di chiama Pedres Blanques. Il loro vino, prima annata la 2017, sembra aver avuto successo. Tant’è che spunta prezzi sopra ai 20 euro ed è perfino finito direttamente nella lista di un ristorante stellare come El Celler de Can Roca.

Tutto bene? No, per niente.

Per niente, perché Rié e Hirofumi Shoji hanno ricevuto un decreto di espulsione dalla prefettura dei Pirenei Orientali. Sapete perché? Perché secondo la prefettura non sono in grado di garantirsi un reddito minimo di 2.000 euro al mese, come prevedeva il loro business plan. Un business plan pluriennale di una cantina che ha cominciato a fare vino nel 2017. Un business plan che va ovviamente letto in chiave prospettica: chi mai raggiunge gli obiettivi economici in un anno quando si mette a fare vino? Però per questo non gli hanno rinnovato il permesso di soggiorno, e per questo rischiano di doversene tornare in Giappone, abbandonando il vigneto alla vigilia della seconda vendemmia. Pazzesco.

On line è stata aperta una petizione a sostegno di Rié e Hirofumi Shoji. Ho visto che le sottoscrizioni sono già ben oltre quota 50 mila. Si spera che il ricorso abbia successo, deciderà il tribunale amministrativo di Montpellier il 6 settembre. Il 6 settembre mancherà poco alla vendemmia.

Io la notizia la rilancio come l’ho letta. Non è una bella notizia.