I francesi vogliono scrivere “vino naturale”

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Scrivere in etichetta “vino naturale” non si può. Non si può in Italia, non si può in Francia, non si può in Europa (non so come vadano le cose dalle altre parti del mondo). Non si può perché la produzione del vino ha delle norme, e tra queste norme non ce n’è una che autorizzi a scrivere “vino naturale”. Ne sanno qualcosa le enoteche o i produttori che si sono visti sanzionati dalla Repressione frodi perché avevano scritto quella definizione sugli scaffali o sulle etichette.
A dire il vero, non si sa neppure bene cosa significherebbe “vino naturale”, perché in giro ci sono varie associazioni di produttori che hanno ciascuna una loro idea in proposito, e queste idee faticano a trovare uniformità. Sta di fatto che in Francia ce n’è una, di queste associazioni, che ha deciso di tentare il grande salto, chiedendo alle pubbliche autorità l’autorizzazione a scrive in etichetta ‘sta benedetta formula: “vin naturel”.
Il sodalizio in parola è l’Association des Vins Naturels, che ha sede a L’Union, un comune del dipartimento dell’Alta Garonna. Ebbene, una delegazione di questa Avn ha incontrato l’Inao, ossia il potentissimo Institut National de l’Origine et de la Qualité, che sovrintende alle denominazioni di origine francesi, e la Dgccrf, vale a dire la Direction Générale de la Concurrence, de la Consommation et de la Répression des Fraudes, che sarebbe l’equivalente della nostra Repressione frodi. Per chiedere di poter scrivere “vin naturel” sui loro vini.
La Revue du Vin de France ne parla sul suo numero di novembre e riferisce che secondo Jacques Carroget, uno dei vignaioli che hanno fatto parte della delegazione, l’incontro avrebbe portato ad un certo “disgelo”, anche se non è dato capire quale. Quanto meno se ne è discusso formalmente, il che è già qualcosa.
Trovare una soluzione, però, non è – e temo non sarà – facile. La Revue dice che c’è chi pensa a un marchio gestito da un organismo certificato, oppure ad un riconoscimento dell’Inao alla stregua dei vini biologici, oppure addirittura a una specifica appellation. Ma “le terme ‘naturel’ faisant encore débat”, il termine “naturale” fa ancora discutere. Però un funzionario della Repressione frodi francese dice alla Revue che “il mondo viticolo sarà consultato e l’amministrazione pubblica deciderà”, e il motivo è che a venire prima di tutto devono esserci il diritto all’informazione da parte del consumatore e le regole della concorrenza leale. Vero.