E se fosse che il vino è meno bevibile?

bicchieri_bevibili_240

Le statistiche parlano chiaro: in Italia e nell’Europa “storica” del vino si beve sempre meno. I consumi sono in netto calo, anno dopo anno. Ciascuno trova le spiegazioni che vuole. Chi dice che sono mutate le abitudini alimentari. Chi sostiene che c’è maggior attenzione salutistica, e il vino comunque è un alcolico, con quel che ne può conseguire. Chi afferma che è perché la gente è terrorizzata dai controlli sulle strade. Chi invoca la crisi economica, che ha tagliato la capacità di spesa delle famiglie. Tutto può essere, tutto incide, ovvio. Ma mai che senta o legga un’altra spiegazione. Questa: si beve di meno perché i vini “moderni” sono poco “bevibili”. Già, e se il problema vero fosse che i vini d’oggidì sono semplicemente meno bevibili di quelli che si producevano prima dell’infatuazione per la concentrazione, l’alcol, il tannino, la dolcezza, la polpa, il muscolo? Da trent’anni, lo stile dei vini italiani, e anche francesi e spagnoli, è andato mutando, per inseguire le mode lanciate (imposte, a suon di dollari) dagli americani, e oggi anche dai nuovi ricchi russi o cinesi. Guarda caso, da trent’anni in Italia, in Francia, nel vecchio mondo del vino insomma, si beve sempre meno. Vuoi vedere che qualche connessione c’è?

articolo pubblicato originariamente il 4 marzo 2014