A fondo le vendite di Jerez

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Andrebbe fatta una bella riflessione sul perchè certi vini funzionano e invece altri stentano a trovare spazio sulle tavole dei consumatori. Se pensiamo allo Champagne ad esempio, il gusto è cambiato radicalmente da un secolo a questa parte. Se un tempo le corti reali europee brindavano con dei vini fortemente zuccherosi, l’appassionato dei giorni nostri vuole delle bollicine sempre più secche. Lo testimonia il successo della tipologia extra-brut o nature. Una spiegazione può venire dal fatto che questo vino non è più un semplice aperitivo o vino festivo, ma trova sempre più posto a tavola e quindi necessita di essere abbinato a un cibo.
Tutta ‘sta premessa per dire che altri grandi vini stanno soffrendo per il “cambio d’uso” cui sono sottoposti. Sono in grande crisi tutti i vini dolci e poi anche quelli un po’ strani e difficilmente collocabili come lo Sherry, o meglio Jerez. Neal Baker su The Drinks Business racconta le difficoltà di quello che per me è uno dei più grandi prodotti esistenti.
I dati del Consejo Regulador de los Vinos de Jerez testimoniano il declino cui è sottoposto lo Jerez dal 2002. E’  risaputo che il mercato inglese è particolarmente attaccato a questo vino spagnolo. Qui i consumi si sono più che dimezzati, passando da 210.000 a 100.000 ettolitri.
Vogliamo vedere la Danimarca? I consumi sono ridotti a un terzo. Se in Spagna i volumi sono rimasti abbastanza stabili, l’accoglienza sui mercati globali registra una caduta media del 50%.
Tutto questo in una fase nella quale i vini spagnoli vanno molto bene, trainati dal successo della Rioja e del Cava. A causa delle cattive vendite la regione dello Jerez è stata investita da una campagna di eradicamento delle vigne finanziata dalla Ue. Triste sorte per una delle zone più belle e vocate del continente.
Segnali di ripresa si hanno in Inghilterra, dove sorgono wine bar dedicati esclusivamente allo Sherry. Ne beneficiano soprattutto le etichette più blasonate e ricercate che non conoscono le difficoltà dei vini più banali e di basso prezzo, i quali invece stanno declinando rapidamente.
Da parte mia credo di dare un buon contributo alla salvaguardia di questo grande patrimonio. Se avete letto queste pagine non vi sorprenderà il fatto che mi piaccia bere e collezionare questa tipologia di vini, che invito anche voi a (ri)scoprire. Non ve ne pentirete.

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