Finché ho scoperto che con la porchetta ci sta il bianco

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Anni fa scrissi un libro sugli abbinamenti che ebbe un discreto successo, tant’è che la casa editrice ne volle realizzare anche una nuova versione. Per la porchetta suggerivo l’accompagnamento con un rosso umbro, magari in versione riserva, in base al principio dell’accostamento regionale. Infatti, pare che la porchetta sia nata in Umbria, per poi trovare successo nel Lazio. Col tempo, e soprattutto dopo essere vissuto qualche anno a Roma, ho incominciato a dubitare di quel che avevo consigliato, non già perché il rosso non ci stia, quando perché scoprii che la porchetta stava benissimo anche con un bianco un po’ ruspante, e infatti i miei panini romani con la porchetta li accompagnavo con il vino bianco. Purtroppo, sinora non ho mai provato a metterci insieme un vino rosa. Mea culpa, rimedierò. Tuttavia, il dilemma del rosso o del bianco mi si è ripresentato di recente quando ho avuto la fortuna di poter provare l’assaggio (più che assaggio, una mangiata colossale) della porchetta di una famiglia umbra che la porchetta la produce da novant’anni, ossia i Blasi ad Umbertide, in provincia di Perugia. I Blasi hanno anche cantina, e insieme alla porchetta mi hanno proposto il rosso e il bianco, tutt’e due del 2020, che portano in etichetta il nome di Rogaie. Ed è stato un continuo andare e tornare tra l’uno e l’altro e un boccone di porchetta.

Il bianco è fatto con chardonnay, traminer e sauvignon blanc, e nonostante una simile cuvée l’aromaticità non risulta eccessiva, mentre la freschezza è sorprendentemente dinamica, tant’è che pulisce e ripulisce in maniera ideale il palato e va a braccetto in con gli aromi della preparazione. Il rosso è a base di merlot e di syrah, ma non mira alla concentrazione, come verrebbe da pensare, quanto piuttosto alla beva, e anche qui ho trovato un’interessante acidità che rende gastronomico il vino e dunque lo fa adattissimo ai sapori complessi della porchetta. Peccato non aver avuto l’occasione di provare il rosato, che pure – lo vedo sul sito – vien fatto nel vigneto delle Rogaie.

Quali dei due? Dopo lungo riassaggiare, ho deciso per il bianco, ma di un’inezia. Smentendo in parte me stesso e il libro che scrissi anni fa, anche se il rosso, come detto, ci stava comunque bene. Se per caso passate da quelle parti e fate il test anche voi, mi piacerebbe sapere il vostro parere.

Voglio solo aggiungere un’annotazione per riportare quel che ha detto il giovanissimo Michele Serafini, il nipote ventiquattrenne del fondatore Didi Blasi. È lui che oggi coordina l’azienda, e riporto virgolettata questa sua frase: “Quando sapremo fare vino come facciamo bene la porchetta potremo sfidare chiunque in qualità, per ora abbiamo inziato a camminare, però velocemente”. Mi piace, questa frase, perché dà mostra di una consapevolezza consistente, di una volontà altrettanto notevole e insieme però ammette l’esistenza di limiti, cosa non sempre frequente tra chi produce vino.

Umbria Bianco Rogaie 2020 Cantina Blasi
(85/100)

Umbria Rosso Rogaie 2020 Cantina Blasi
(84/100)