Per favore, stop agli imballi di polistirolo per il vino

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Qualche settimana fa scrivevo che il mondo del vino, che lo voglia o no, imboccherà assai presto la strada della sostenibilità, e in effetti del tema se ne fa un gran parlare, anche perché i fondi comunitari pare che vadano in quella direzione, e dunque… Però, magari, prima di ragionare di massimi sistemi, si può cominciare a dare dei segnali anche piccoli, ma non per questo meno importanti, e comunque, proprio perché piccoli, più facilmente realizzabili, anche senza bisogno dei finanziamenti europei. Per esempio, rinunciando definitivamente alla plastica per la spedizione delle bottiglie.

Lo spunto mi viene da una story postata su Instagram dal bravissimo Jacopo Cossater. Prima ha presentato un ottimo rosso (piace molto anche a me) pubblicando la foto dell’etichetta, poi però ha messo l’immagine dell’imballo nel quale l’ha ricevuto: scatola di cartone con dentro altra scatola ma di polistirolo. “Ah, ok, vino fantastico, ma l’imballo in polistirolo malino, eh (con tutte le alternative in cartone disponibili, poi)” scrive, e ha ragione. “No plastic” aggiunge, e in fondo ci vorrebbe davvero poco a dargli retta, e già questo sarebbe un contributo alla sostenibilità dell’ambiente.

È vero, e sono il primo ad ammetterlo, che il polistirolo ha i suoi bei vantaggi sia in termini di protezione dagli urti (ma oggi le alterative, validissime, esistono, come osserva Jacopo), sia come protezione termica delle bottiglie (e nei mesi molto caldi o molto freddi, questo non è un vantaggio da poco, che il cartone non mi pare riesca del tutto a emulare), però che la plastica sia un grosso problema mi pare altrettanto ovvio, e dunque bisogna incominciare a eliminarne l’uso il più possibile. Anche dagli imballi del vino. Le grandi rivoluzioni, a volte, cominciano dai gesti quotidiani. Da quello che una volta si chiamava il “buon esempio” e adesso pare caduto un po’ in disgrazia.