Il favoloso mondo dell’Altenberg de Bergbieten

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L’Altenberg de Bergbieten è il secondo cru alsaziano più a nord, a pochi metri dallo Steinklotz, peraltro molto poco conosciuto. Copre poco più di 29 ettari su suolo di marne, calcare e gesso, con classica esposizione a sud e sud-est. L’altezza va da 210 a 265 metri, la varietà più interessante ed anche la più presente, è il riesling.

I che vengono da questo cru sono vini che comunicano potenza e finezza, che si rivelano ad alcuni anni dalla vendemmia, ed allora fanno uscire la forte mineralità che si esprime più con le note saline al palato che con aromi di petrolio. Altre caratteristiche sono una forte acidità e un lato tannico nel finale del palato. Accompagnano bene la classica choucrute alsaziana a base di pesce, un galletto al riesling, un pesce grigliato o in salsa, fino a formaggi di capra o anche un parmigiano. Io l’ho messo con un’anatra all’arancio. Abbinamento magico.

Il produttore che più mi piace di questo grand cru è Roland Schmitt, la cui cantina si trova nel villaggio di Bergbieten. In realtà Roland è purtroppo mancato in giovane età a seguito di un incidente. Marie è sua moglie, di origine napoletana, grande spirito combattivo, che ha continuato con coraggio il lavoro di Roland, e oggi guida la cantina assieme ai suoi due figli.

Lo stile dei vini è essenziale, privo di frivolezze, i riesling sono secchi e i vini di ingresso gamma sono tra i più convenienti di tutta l’Alsazia. Con il gruppo dei miei amici assaggiatori abbiamo avuto la fortuna di avere a disposizione una verticale del suo riesling di punta, l’Alternberg de Bergbieten Sélection Vieilles Vignes.

Ecco dunque le nostre impressioni su questa verticale dell’Alsace Riesling Grand Cru Altenberg de Bergbieten Sélection Vieilles Vignes, annata per annata.

2009. Uno dei pochi a presentare aromi netti di petrolio. Poi susine, frutta tropicale acidula, e una nota forte di tartufo. Al palato è ancora estremamente giovane, ha grande acidità, il finale è lungo e sapido, secchissimo. Una espressione raffinata, la più vicina ai Riesling della Mosella. A dieci anni è ancora lontano dall’apice espressivo. (91/100)

2005. Colore più intenso, naso che sembra stanco ma in realtà ha bisogno di ossigeno. Profumo di camomilla e frutta matura. Morbido e accogliente, ha l’acidità distribuita in modo diverso dagli altri, che esce solo nel finale e allora il vino si fa tagliente. Nel finale vaniglia, pera e pietra. Qualcuno non ha amato questo suo lato leggermente decadente e la sua timidezza. (87/100)

2002. Al naso fiori, tanto mare e note minerali. C’è una sfumatura di petrolio, molto delicata. Palato ricco, grasso, potente e poi riportato sul giusto sentiero dalla proverbiale acidità del cru. È ancora austero e chiuso, più fine però del precedente. Non tra i più facili da decifrare, si esprime più al palato, salino e cristallino come acqua di sorgente. Un vino che chiede del cibo. (90/100)

2001. Ha un colore più dorato e un naso di camomilla e zenzero. L’attacco è quasi dolce, poi subentra l’acidità. È balsamico, poi arrivano il miele, il pepe bianco, la frutta candita, il sottobosco, la cannella. Un lato di frutta matura che ricorda l’ananas. Poi un finale di zafferano e tanto sale, tra i più sapidi. Un vino maturo e all’apice della sua vita. (94/100)

2000. Naso balsamico, fiori passiti, erbe, timo. Seguono poi con calma pesca, cotone e una nota minerale sassosa. Non è tra i più facili ed immediati, richiede pazienza. Finisce quasi tannico, piuttosto sfuggente ed acido. Grande vino da abbinare ad un’ostrica grassa. (91/100)

1998. Ancora un vino che si rivela estremamente giovane. Lo definirei minerale e salatissimo. Intellettuale più che estroverso. Abbina purezza e maturità, lungo e fine, odora di erbe e di frutta acidula. Grande persistenza, ha una personalità affermata, ma va atteso. Uno dei tre migliori. (94/100)