Evviva il panino col lampredotto!

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Quante volte che passando per Firenze in treno mi son detto “ora scendo e vado a mangiarmi il panino col lampredotto”. Essì, lo trovo irresistibile, e mica sto lì a sottilizzare se è inverno o estate, ché un panino col lampredotto è gran cosa a ogni stagione, per me che adoro le frattaglie.

Ebbene, le frattaglie mi piacciono tutte, indistintamente, ma ho una predilezione per la trippa. Così considero Firenze come una mia patria elettiva, ché in quella città si mangia il lampredotto (che è l’abomaso, una parte dello stomaco del bovino) informalmente per strada (com’è che dice chi parla inglese? street food).

Il panino col lampredotto lo si compra alle bancarelle che si trovano tuttora – vivaddìo – in vari punti del centro storico. Però il mio punto di riferimento, la mia scelta primissima, è il Trippaio del Porcellino di Orazio Nencioni, che ha il suo banco accanto alla Loggia del Porcellino, dove c’è il mercatino che attrae folle di vacanzieri e la celebre fontana del Porcellino, che è in verità un cinghialotto in bronzo.

Orbene, il banco di Nencioni è uno dei luoghi sacri dell’arte dei trippai fiorentini. A me vien l’acquolina già quando intravedo la bancarella, mentre sto in coda per avere il mio panino (che divorerò bevendo dietro il rosso toscano che qui danno in mescita, in bicchiere di carta).

Mentre il pane si scalda, il trippaio affetta il lampredotto. Poi bagna le due parti del panino nell’acqua di cottura e fa l’imbottitura col lampredotto a strisce, condendo con sale e pepe o con la salsa verde (per chi regge l’aglio).

Una delizia, ovvia.

Trippaio del Porcellino Orazio Nencioni – Piazza del Mercato Nuovo – Loggia del Porcellino – Firenze

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1 comment

  1. Paola e Luciano

    Su tuo consiglio ci siamo stati due volte, e tutte due le volte abbiamo fatto il bis: buonissimo e irresistibile. Grazie per la dritta.

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