Et voilà, Laroze 1959, quando l’età non significa niente

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Il colore rosso bordeaux carico, perfettamente integro, non tradisce minimamente l’età del vino, che pure viene dalla vendemmia, molto buona, ma sessantenne, del 1959. Ecco, di solito non faccio molto caso al colore del vino, ma stavolta costituisce certamente un primo, significativo indicatore.

Effettivamente poi, nel calice, il Saint-Émilion di Château Laroze mantiene tutte le promesse. Intendo che l’indizio visivo è totalmente comprovato. L’integrità del vino è straordinaria. Già affascinante alla prima apertura, si sviluppa poi in lenta ma costante progressione. Tannino fitto, una freschezza vivida e vitale. Frutto maturo e a tratti macerato, amarena, prugna. Cenni crescenti di erbe alpestri. Tracce di buccia d’arancia. Una finezza che va via via accrescendosi man mano che il vino si concede nel bicchiere.

Qualche giorno fa un produttore (un vignaiolo italiano), sapendo di un altro rosso bordolese della stessa annata che avevo stappato, faceva notare che un vino di sessant’anni “non può che esprimere” (il virgolettato apodittico viene dalle sue parole) sentori di terra e un substrato di sottobosco che non hanno nulla a che vedere con i caratteri di un vino giunto a un terzo di quegli anni. Così sosteneva. Non concordo, stanti molti felicissimi vini d’antan che ho avuto nel mio calice. Mi sono dunque permesso di replicare che doveva evidentemente essere stato sfortunato nelle sue esperienze coi vini più âgée, perché talvolta i rossi delle migliori appellation del territorio bordolese sanno compiere delle magie. Ecco, questo splendido Saint-Émilion del ’59 di Château Laroze, che corre ancora come un giovinetto, ne è la conferma, e proprio questo è il motivo per cui adoro i vini avanti d’età che vengono da quella terra. Perché talvolta l’età non significa niente, per fortuna.

Saint-Émilion Grand Cru Classé 1959 Château Laroze
(98/100)

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2 comments

  1. Luigi Sandri

    Qual’è,se mai è possibile intuirlo di un grande vino, ilsegreto di un simile “sprezzo” del tempo che pur passa?

  2. Angelo Peretti

    Angelo Peretti

    C’est le terroir, direbbero in Francia. Certo, è il terroir, che non è semplicemente il territorio, bensì l’insieme del saper fare dei vignaioli e poi della storia, del clima, dei suoli, dei vitigni.

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