D’un tratto la gente s’è messa a dire che adora il rosé

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“Tutto d’un tratto la gente s’è messa a dire: ‘Adoro il rosé’, il che è bizzarro, perché per tanto tempo non si riusciva a venderlo”.

Bellissimo. Con l’unico problema che non accade (ancora) da noi qui in Italia. A pronunciare la frase è infatti Troy Smith, beverage manager e sommelier al Montage, un luxury resort della Laguna Beach, in California. Lo scrive Wine Spectator, e là in America il vino rosa spopola davvero: tutti lo vogliono, tutti lo bevono. “È un gran cosa vedere che sta accadendo questo a una categoria che era trascurata da un sacco di gente”, aggiunge Smith, e io spero che prima o poi – più prima che poi – succeda anche da noi.

“Sebbene i bevitori fossero soliti vedere il rosé come una via di mezzo, e dunque come qualcosa di inferiore rispetto ai due poli dominanti del bianco e del rosso – scrive Owen Dugan su Wine Spectator -, questo suo posizionamento si è tradotto in un vantaggio: è una tipologia di vino adattabile alla stagionalità e, cosa perfino più importante, al cibo – disporre di una larga schiera di stili significa che ci sono bottiglie in grado di essere complementari a qualunque cosa”.

Insisto: prima o poi lo si comprenderà anche in Italia. Forse ci siamo vicini. Incrocio le dita.