C’era una volta… una ragazzina addormentata che pur di dormire cinque minuti in più, saltava la colazione. C’è oggi la stessa ragazzina, cresciuta, che dorme cinque minuti in più e si prende anche il tempo di fare una bella colazione, rigorosamente a casa. Santa gestione del tempo. La prima cosa che faccio appena fuori dal letto, a parte la pipì, è fiondarmi in cucina. Ho il vizio di sedermi a tavola in déshabillé e cambiare frequentemente tipo di colazione. Quando il meteo lo permette, metto tutto sul vassoio e sto in giardino. Mentre spalmo il burro sul pane e la moka borbotta, mi sento avvolta da una piacevole sensazione di calore. La colazione dà il via alla mia giornata perciò dev’essere un momento ricco di energia e piacere. Alterno biscotti, torte, pane, fette biscottate, cereali, muesli, caffè, succo di frutta, cioccolata, burro e marmellata, frutta fresca, yogurt e anche il salato, a volte. Dipende da cosa chiede l’ego, e l’alter ego. Il servizio di tazze e tazzine, tovaglie e tovagline, posate e posatine, appaga il senso estetico di un toro che è governato dal pianeta Venere. Il buon dì si vede dal mattino, no?