In Corsica ho trovato un rosé per nulla prevedibile

granajolo_400

Non ho una grande esperienza con i rosati della Corsica. Ho avuto modo di approfondire varie volte la conoscenza dei bianchi e dei rossi di quest’isola, e devo dire che si tratta di vini di personalità, come spesso capita con vini isolani. Pensiamo un attimo a Sicilia e Sardegna, ma anche ai territori più piccoli e ancora più caratterizzati, come l’Elba, Salina, Pantelleria, Ischia. Oppure, andando un po’ più lontano, a Madeira, alle Canarie o a Santorini. C’è del carattere soprattutto grazie alla combinazione di vitigni autoctoni e antiche tradizioni. Quando la tecnologia non prevale sul fattore umano, ci troviamo di fronte a bottiglie che parlano molto del loro territorio.

Il Domaine de Granajolo si trova nel sud-est della Corsica, poco lontano dal mare, come la maggior parte dei vigneti dell’isola. I suoli sono tipicamente granitici, schiacciati tra il mare e la collina. Le uve principali sono il niellucciu, parente del nostro sangiovese, lo sciaccarellu e il vermentinu. Da sempre si pratica l’agricoltura biologica, certificata dal 1987.

Il rosé Monika è un niellucciu un purezza, vinificato in bianco per avere un colore non troppo carico e con un utilizzo molto basso di solfiti, senza fermentazione malolattica. Mi è sembrato un rosato per nulla prevedibile, senza quel lato tecnologico che ormai pervade la quasi totalità dei vini di questo colore. Sorprende per la finezza e per un attacco minerale che ricorda il sasso bagnato. La frutta porta verso l’arancia e la fragola, seguita da effluvi marini. La bocca è nervosa e dinamica, le note marine conferiscono sapidità. Finale lungo sulle spezie, pepe in particolare. Godibile fin da subito, mi pare capace di regalare piacere per alcuni anni, dirigendosi verso aromi ancora più speziati e complessi.

Corse Portovecchio Rosé Cuvée Monika 2019 Domaine de Granajolo
(90/100)

In questo articolo