Conoscete i Rosé Pamplemousse?

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Ritengo che non siano molti i lettori di InternetGourmet che abbiano sentito parlare dei Rosé Pamplemousse, e credo siano ancora meno quelli che li hanno bevuti. Io ne ho provato uno quest’estate, e adesso sono qui a parlarne perché ho letto delle statistiche che mi hanno tolto il fiato.
Andiamo con ordine.
Che cos’è un Rosé Pamplemousse? È una bevanda. Tecnicamente è una bevanda aromatizzata a base di vino. Si vende in Francia. I francesi per indicare la categoria usano l’acronimo Babv, che sta, appunto, per boissons aromatisées à base de vin. Contengono almeno il cinquanta per cento di vino, ovviamente rosato se si chiamano Rosé. Il resto è sciroppo. Nel caso specifico, il Rosé Pampleomousse contiene sciroppo di pompelmo.
Dicevo che ne ho bevuto meno e non l’ho trovato per niente male. Certo, dolcino. Ma freddo, con la calura estiva, aveva il suo perché. Ricordava un rosé particolarmente aromatico.
Oltre al Rosé Pamplemousse al pompelmo, ci sono anche il Rosé Framboise al lampone e il Rosé Fraise alla fragola. A dire il vero c’è in giro in Francia anche il bianco aromatizzato alla frutta, il Blanc Pêche.
Dicevo che ho letto le statistiche di vendita. Bene, si stima che nel 2015 queste bevande a base di vino aromatizzate con la frutta incassino nel complesso qualcosa come 100 milioni di euro, solo in Francia. Un sacco di soldi.
I numeri venduti sono impressionanti. La Revue du Vin de France fornisce la statistiche al 2013. Dati di vendita più aggiornati non ce ne sono, ma pensateli in crescita, perché le vendite stanno tirando bene sul mercato francese.
Ebbene, già nel 2013 il Rosé Pamplemousse era venduti in 22,6 milioni di pezzi. Mica scherzi.
Più contenuti i numeri delle altre tipologie: 2,5 milioni per il bianco alla pesca, 1,3 milioni per il rosato al lampone, 1,1 milioni per quello alla fragola.

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1 comment

  1. Andrea Tibaldi

    Non sapevo cosa fosse, sebbene bazzichi tutti gli anni in Francia.
    Però a Digione l’agosto scorso, in una enoteca “bio qualcosa”, avevo letto alla lavagna “no rosè pamplemousse”. Ora ho capito cos’era.

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