Il cliente del vignaiolo è chi vende il vino o chi lo beve?

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La mia impressione è che spesso, forse un po’ troppo spesso, alcuni produttori di vino quando pensano alla loro clientela abbiano in mente il loro distributore o il loro importatore. Delegano al distributore o all’importatore la scelta dello stile del vino, “perché è così che vuole il mercato”. Nossignore, così vuole l’importatore o il distributore.
Ora, io capisco perfettamente che chi ti compra e poi ti rivende il vino sia fondamentale, perché a fine mese bisogna pagare la rata del mutuo e le bollette e quando arriva la nuova vendemmia occorre che le vasche siano vuote e magari anche il magazzino. Tuttavia, finché si lascerà che siano i distributori o gli importatori a dettare le regole del gioco, vorrà dire che il vignaiolo avrà accettato di essere, banalmente, un contoterzista. Insomma, un produttore conto terzi.
Il bevitore, il consumatore finale, riporrà allora la propria fiducia non già sull’autore del vino, ma sul distributore e sul suo brand. Nel momento in cui quel distributore deciderà di puntare su un altro vino e un altro produttore, il vignaiolo non conterà più nulla agli occhi dei clienti del distributore.
Io penso invece che un vignaiolo dovrebbe sempre pensare alla soddisfazione del proprio cliente “vero”, e cioè di chi il vino lo beve. Tutte le dinamiche produttive dovrebbero avere in mente chi il vino lo berrà, non già l’intermediario. Guai se un’azienda pensa alla soddisfazione del distributore, ma non a quella dell’utente reale. Prima o poi ne pagherà pesantemente le conseguenze.


1 comment

  1. Filippo Ronco

    Amen.

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