Cinque comuni, cinque espressioni dell’Amarone

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Un vigneto in ciascuno dei cinque comuni della Valpolicella Classica. Nelle località più alte di ciascun comune. Villa a Negrar, Castelrotto nel comune di San Pietro in Cariano, San Rocco a Marano di Valpolicella, Mazzurega a Fumane e Monte a Sant’Ambrogio di Valpolicella. Li ha selezionati ormai da qualche anno la Cantina Valpolicella Negrar per il suo progetto che ha chiamato Espressioni. In tutto sono 35,91 ettari di vigne sugli oltre 600 di proprietà dei 230 soci della Cantina nella Valpolicella Classica. L’obiettivo? Cercare di capire “quale sia il contributo specifico di ciascuna micro-zona della Valpolicella Classica nella produzione di Amarone”, spiega il direttore della Cantina, Daniele Accordini.
Dunque, a parità di uvaggio (corvina per il 70%, corvinone e rondinella in egual misura per il saldo), di periodo e di tecnica di appassimento, vinificazione e affinamento, la Cantina di Negrar ha voluto tirar fuori cinque diverse etichette di Amarone, una per vigneto. Dei veri e propri cru, insomma. Che hanno mostrato caratteri diversissimi dentro al bicchiere, e sono caratteri che non derivano dalle scelte enologiche o di cantina, ché quelle sono state identiche. Evviva.
Al che mi tocca sottolineare il ruolo vitale che una cooperativa può essere in grado assumere in un territorio vinicolo. Perché di viticoltura di collina in Valpolicella se ne parla assai (ed è un bene che se ne parli), ma che io sappia sin qui c’è un’unica realtà che ha provato a delinearne concretamente i caratteri, ed è appunto la cantina sociale negrarese. Che se lo può permettere, certo, avendo tanti conferenti e tante vigne disseminate un po’ ovunque e non avendo, per sua stessa essenza, il solo obiettivo di far cassa. Ma che non gliel’ha mica ordinato il medico di farlo.
In ogni caso, le cinque versioni del’Amarone delle Espressioni ho avuto occasione di assaggiarle nell’edizione dell’annata 2010, e qui di seguito dico cos’ho trovato nel calice.
Amarone della Valpolicella Classico Espressioni San Rocco 2010
Sarà che ho un debole per i vini della vallata di Marano, ma di quest’Amarone vorrei avere in cantina, da bere oggi e fra un po’ d’anni. San Rocco è sopra ai 500 metri. Dal calice proviene un tripudio di profumi floreali. In bocca il frutto rosos è croccantissimo. Poi, le spezie, gli agrumi, le erbe officinali. Tensione, allungo.
(92/100)
Amarone della Valpolicella Classico Espressioni Mazzurega 2010
La vigna di Mazzurega tocca i 460 metri d’altitudine e l’Amarone che ne proviene mi vien da definirlo davvero classico. Nel senso che è quello che più esprime quella ciliegia mora, polputa e carnosa, che mi ricorda la Valpolicella Classica. Anche il ciclamino e il velluto, essi pure classicamente valpolicellesi. Giovanissimo.
(90/100)
Amarone della Valpolicella Classico Espressioni Villa 2010
Negrar è Negrar, e i suoi vini sono spesso un rompicapo, per via di quella potenza che rischia sempre di metterti in crisi, e in effetti ci sono 17 gradi e mezzo di alcol, che però sono bilanciati dal sale. Ci trovi fiori, tanti fiori, e dattero e spezie e ciliegia e sotto spirito e cuoio e tabacco. Complesso, come vuole Negrar.
(88/100)
Amarone della Valpolicella Classico Espressioni Castelrotto 2010
È quello che viene dall’altitudine minore, 150 metri. L’uva qui matura più presto che negli altri cru. Dei cinque, si è rivelato anche il più evoluto, con quelle sue note decadenti di fiori essiccati, di spezie rugginose, di terra rossa, grafite e caramello. Ha dalla sua una notevolissima lunghezza e un discreto sale.
(85/100)
Amarone della Valpolicella Classico Espressioni Monte 2010
A Monte il vigneto raggiunge i 440 metri. Il vino che ne esce è forse il più modernamente inteso, con quella ciliegia in confettura e quel cioccolato al latte. Magari, ecco, è un rosso da pubblico che vuole immediatezza, e riesce a essere di facile, quasi facilissimo approccio, nonostante i suoi 16 gradi e mezzo di alcol.
(84/100)

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