Ci vuole disciplina. Punto.

punto

…e continuo a pensarti, senza volere, senza intenzione. Sei nei miei pensieri, punto. Punto. Magari c’avessi messo un punto. O meglio, io ce l’ho messo ma il ricordo di te, prepotente, lo scavalca. È un punto troppo basso, poco visibile, striscia per terra. Ci vorrebbe un punto esclamativo, ecco, sì, forse con quello riuscirei a fermare il flusso dei pensieri che si dirige verso la tua dolcezza. Non lo so fare. Come posso usare un punto esclamativo quando a fatica riesco nella posa maldestra di un misero punto? Ci vuole pratica, lo so. Ed io, che sono sempre stata poco disciplinata, molto caotica e disorganizzata, imparo a mettere ogni cosa al proprio posto. Mentre lo faccio, però, mi chiedo: “ma è così vero che c’è un posto per ogni cosa e un luogo, o un tempo, per ogni situazione?”. Come il caffè nella tazzina e il vino nel bicchiere, forse è così. Sicuramente è così. Dev’essere così! Non ho trovato ancora una collocazione a questa situazione, ecco perché il mio punto non ha forza. Ci vuole disciplina per invertire la rotta dei pensieri, per orientarli altrove. Ci vuole la forza che solo un punto esclamativo mi sa dare. Punto. Esclamativo!