Château Revelette, tutta un’altra Provenza

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Peter Fischer è Château Revelette. Siamo nella parte settentrionale della Provenza, ma lontani idealmente mille miglia dalla costa e dalle località più modaiole.

Dopo alcuni anni passati negli Stati Uniti durante i quali si appassiona al vino, Peter decide di tentare la sua avventura in Francia. Troppo cara la Borgogna, si dirige verso un territorio particolare, a 330 metri di altitudine, circondato dalla foresta mediterranea e con davanti la Montagne Sainte Victoire, cara a Cézanne. Oggi sono 30 ettari, un luogo nascosto ma dal grande potenziale, con un clima tra il continentale e il mediterraneo. Molto più fresco insomma di quello della Provenza più classica. Le maturità sono tardive e vini hanno un carattere più rude.

Da anni Peter ha scelto di lavorare secondo l’agricoltura biologica, con tendenza al biodinamico, pur senza ceritificazione. In cantina pochi interventi e nessuna chimica. Contano l’osservazione della vigna, il carattere del millesimo e la degustazione di ciascun vino.

Il cambiamento climatico si fa però sentire. Lo chardonnay rischia di essere troppo pesante e arriva ad avere 4 gradi alcol in più rispetto agli anni ’80 e ’90, con una maturazione anticipata di almeno due settimane. Per questo sta sperimentando uve più tardive e con buone acidità, come ad esempio il carignan blanc.

La gamma comprende la linea “Château”, quella più classica, la linea “Grands Vins”, dedicata ai vigneti più rappresentativi e caratterizzati, e la linea “Pur”, quella vinificata in assenza di solfiti o frutto di sperimentazioni.

Ho avuto modo di provare i suoi vini grazie a Pascal Marquet di Grains Nobles, un noto club di degustazione parigino.

Vin de France Pur Blanc 2018 (75% trebbiano, 25% vermentino). Vendemmia anticipata, metà del vino è stato macerato sulle bucce per 4 settimane. Vinificazione in cuvée ovoide di cemento. Un inizio timido e chiuso, poi arrivano il miele, l’erba, la paglia, la pera e gli agrumi. È al tempo stesso ricco e fine, salino, e leggero. Nel finale c’è anche un piacevole ricordo tannico, finisce su aromi di pompelmo e muschio. Sorprendente. (86/100)

Coteaux d’Aix en Provence Blanc 2018 (vermentino, trebbiano, sauvignon). Un vino più semplice, si apprezza la sua capacità di restare discreto. Si rivela maggiormente al palato, buona acidità, dà l’idea di un vino prodotto in una zona fredda. Aromi di finocchio, pesca e miele. I grappoli sono pressati direttamente senza macerazione, fermentazione spontanea a temperature non basse, malolattia svolta. (83/100)

Vin de Pays des Bouches du Rhône Le Grand Blanc 2010. Ha un bel colore con riflessi verdolini. Naso di caramella all’anice, erbe, frutta secca, miele. Ha un incedere imponente, la materia c’è tutta. Nel finale tornano la frutta secca, le spezie e il finocchio. Grasso e con una notevole persistenza. (89/100)

Vin de Pays des Bouches du Rhône Le Grand Blanc 2014. Un vino che sembra più macerato e tannico, un accenno di legno. Presenza di carbonica. Scontroso e amaro, un vino a parte che a molti ricorda il sidro. Odora di pera matura, terra e burro. (82/100)

Méditerranée Le Grand Blanc 2018. Se è cambiata l’appellation, il vino invece non cambia: 65% di chardonnay, 25% di roussanne e 10% di trebbiano. In questa annata Peter ha cercato la maturità, mentre nelle precedenti la freschezza. Dieci mesi di maturazione, parte in barriques, parte in acciaio e botti grandi. Un vino vivo, scintillante. Da subito sembra più concentrato e maturo. Al naso i caratteristici aromi di pera, miele, fiori bianchi e pesca. La dinamica diversa si nota al palato, vibrante e prodondo. Finale di anice e miele. (90/100)

Méditerranée Le Grand Blanc 2017. Un anno siccitoso. Il vino sembra meno puro e definito. Si nota di più il legno. Al naso finocchio, anice, terra e torba. Buona acidità, tutto sommato potrebbe migliorare molto nel giro di quattro o cinque anni. (85/100)

Vin de France Pur Rouge 2018 (100% carignan). Vendemmia anticipata, vinificazione senza solfiti, 12% di alcol. Soprendente, ha una grande freschezza e una beva eccellente. Dopo la riduzione iniziale si apre bene, fiori, pepe e del fumé. Setoso e floreale, ha molta acidità e un finale di frutta fredda. Gran piacione. (86/100)

Coteaux d’Aix en Provence Rouge 2018 (syrah, cabernet sauvignon, grenache, carignan). 50% non diraspato. Ha un frutto diretto e immediato. Ciliegia, fragola, spezie, pepe e fiori. Facile, succoso, godibile con una punta di austerità che gli deriva dal cabernet. (85/100)

Coteaux d’Aix en Provence Le Grand Rouge 2018 (40% syrah, 30% cabernet sauvignon, 20 grenache, 10% carignan). Denso, inizia appena ad evolvere. Al naso domina il cabernet, una vena vegetale di broccolo, poi diventa floreale. La parte erbacea interessa il palato fin dall’inizio, poi arriva il tannino, piuttosto imponente. Ha una nota rustica e termina sulla china. Un vino che sembra aver bisogno di molto tempo ma che promette bene. (88/100)

Vin de Pays des Bouches du Rhône Le Grand Rouge 2014. Annata piovosa, circa il doppio del solito. Colore scuro, naso di grafite, minerale, terroso, mirtilli. Ancora un palato diviso tra cenni vegetali e una bella florealità, con tanta freschezza e un tannino sottile e molto giovane. Finale di infusione di liquirizia, resina di pino e terra. Vivido e luminoso, molto molto giovane. (91/100)

Méditerranée Le Grand Rouge 2015. Domina l’austerità del cabernet sauvignon. Poi erbe e liquore di mirtillo. Sensazione di potenza, molti tannini che dovranno sistemarsi con il passare del tempo. Finale di liquirizia e affumicato. Al momento il tannino toglie spazio al resto delle sensazioni, servirà molta pazienza per questo vino al momento monolitico. (87/100)

Méditerranée Le Grand Rouge 2016. Colore molto scuro. L’uso del legno è stato un pochettino più importante, con il risultato di arrivare quasi a ossidare il vino. Sensazione però che con il passare dei minuti si attenua. Alla fine ha un naso equilibrato, tra il pepe, il fumo, il mirtillo sotto spirito. Torna il legno al palato, ha struttura sufficiente per reggere la massa tannica, che però poteva magari essere gestita con più leggerezza. Anche qui servirà molto tempo. (88/100)