Castello di Monsanto, il classicismo e la finezza

castello_monsanto_500

Mi viene in mente di parlare di “classicità”, anche se capisco che può sembrare “solo” un gioco di parole, visto che qui scrivo di Chianti Classico. Invece no, invece siamo proprio dentro all’idea stessa della classicità del vino. Quel vino, intendo, che non va in cerca delle concentrazioni e delle – come dire – semplificazioni che rispondono ai canoni internazionali, ma ha invece come tratto distintivo la finezza, e anche la territorialità, ché qui finezza e territorialità vanno a braccetto.

Parlo dei vini del Castello di Monsanto. Li ho bevuti al Vinitaly (dovrei dire “assaggiati”, ma non ho resistito e li ho bevuti), li riberrei d’immediato, li riberrò non appena riuscirò. Soprattutto, sono vini che vorrei mettere in cantina, ad attendere. Perché il tempo credo sia dalla loro parte, e per parecchio, anche.

Prendiamo il Chianti Classico 2015, sangiovese e un po’ di canaiolo e colorino. Ecco, questo è un vino che mi attrae già dal colore, anche se sul colore di solito non faccio grande affidamento. A meno che, come in questo caso, parli di rispetto della varietalità, e dunque eccolo cristallino, lucente, e delicato. Poi, la bevibilità, eppure la solidità, e insomma da mettere nel calice subito oppure più avanti, ché non c’è fretta alcuna.

Poi, il Chianti Classico Riserva del 2014, e qui, et voilà, ecco un’altra prova del classicismo della vendemmia del 2014 nel territorio del Chianti Classico. Oh, sì, qui il tempo e la pazienza giocheranno la loro parte, eccome se la giocheranno. Comunque già sin d’ora adoro, letteralmente adoro quel carattere crepuscolare, autunnale mi viene da affermare, che sfodera il vino. Col plus d’una tessitura tannica setosa. Mi piace eccome.

Infine il Chianti Classico Riserva del vigneto Il Poggio. L’annata è la 2013, che fu ed è “nervosa” e il vino ha dunque, dapprima, carattere umbratile. Poi, i fiori essiccati, le foglie del sottobosco, la terra bagnata, e anche il sale. Sì, ecco, mi piacerebbe ristapparne una bottiglia con le prime brume del prossimo autunno, quelle che chiamano il calore del sorso, ma comprendo che rischio di finire nella poesia. Forse sarebbe giusto finirci, nella poesia.

Chianti Classico Castello di Monsanto 2015 Castello di Monsanto
(90/100)

Chianti Classico Riserva 2014 Castello di Monsanto
(90/100)

Chianti Classico Riserva Il Poggio 2013 Castello di Monsanto
(94/100)

 

In questo articolo