Casimiro Maule va in pensione (quasi)

casimiro_maule_ninonegri_400

Tra le tante novità maturate in occasione del Vinitaly 2018 ce n’è una che ha un peso notevole sulla storia vinicola di un territorio magari un po’ marginale in termini geografici, ma molto, molto di pregio sotto il profilo qualitativo. Parlo della Valtellina, e ne scrivo perché proprio in occasione del Vinitaly si è avuta notizia del fatto che Casimiro Maule ha deciso di andare in pensione. Quasi.

Già, Casimiro Maule, enologo e storico direttore della Nino Negri, marchio di punta della Valtellina, ha lasciato il timone della cantina, cui era approdato nel 1971. A sceglierlo allora era stato proprio Carlo Negri, il Sciur Carlin. Poi l’azienda passò al Gruppo Italiano Vini e Maule rimase saldamente al suo posto, diventando anzi uno dei perni enologici del gruppo. Lui, Maule, in quarant’anni ha segnato la strada del vino valtellinese. “È anche grazie all’impegno di Casimiro Maule e della Nino Negri – scrive in un comunicato il Giv – che il territorio della Valtellina ha riscoperto la sua tradizione vitivinicola di alta qualità”, e ritengo sia proprio innegabile.

Dicevo però che Casimiro Maule va “quasi” in pensione. Perché è vero che ha lasciato la guida della Nino Negri, ma mi risulta che il presidente del Gruppo Italiano Vini, Corrado Casoli, gli abbia chiesto di confermare la propria presenza nel consiglio di amministrazione del gruppo vinicolo ed è dunque da lì che Maule continuerà a mettere a disposizione il proprio enorme patrimonio di conoscenza.

A succedere a Casimiro Maule alla guida della Nino Negri è arrivato Danilo Drocco, uomo che il nebbiolo – che in Valtellina chiamano chiavennasca – lo conosce bene. Nato in provincia di Cuneo nel 1965, Drocco si è laureato in enologia all’Università di Torino. Ha ricoperto per quasi trent’anni ruoli di crescente responsabilità in aziende come Fontanafredda e Prunotto, dirigendone il settore enologico. Buon lavoro a lui.