Il carattere dei vini dell’Austria

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Prendete l’Austria, spaccatela a metà e avrete a sinistra la zona dello sci e a destra quella del vino. D’accordo, non si può assolutizzare, ma la spiegazione regge e a darla, in un webinar dedicato ai vini dell’Austria, è stato il sommelier altoatesino Eros Teboni, che la sua carriera l’ha iniziata proprio nella ristorazione austriaca. Che poi quelli dell’Austria sono vini ancora poco presenti sul mercato italiano e invece meriterebbero una maggior conoscenza. I bianchi, con la loro struttura quasi sempre consistente, Grüner Veltliner in primis, vino che da solo rappresenta più del 30% della superficie vitata e che “riscalda molto” (parole di Teboni, che condivido), e i rossi, capinati dallo Zweigelt, che occupa poco meno del 14% degli ettari a vigna e che viene dall’incrocio selezionato nel 1922 dal professor Fritz Zweigelt (ecco spiegato il nome del vitigno e del vino che se ne ottiene). E poi di bello questi vini hanno anche che sono parecchi quelli che vengono chiusi con il tappo a vite, “che è molto diffuso ed è sempre stato normalmente accettato”, come ha sottolineato Eros. Beati gli austriaci.

Il fatto è che se si pensa che l’Austria enologicamente sia una via di mezzo tra l’Alto Adige e la Germania ci si sbaglia di brutto, anche perché semmai la zona vitata è più vicina all’Ungheria, ma anche in questo caso non ci trovo analogie. L’Austria del vino è l’Austria del vino e ha delle sue precise identità, influenzate dalla confluenza di quattro componenti climatiche contrapposte, ossia il clima continentale che preme da est e quello temperato atlantico da ovest e poi, in antitesi tra di loro, le correnti fredde dal nord e gli influssi più mediterranei da sud. Un mix che per la viticoltura di qualità non è niente male. Dei 46 mila e cinquecento ettari di vigne austriache, il 60% è nel Niederösterreich, che confina con la Repubblica Ceca e con la Slovacchia, lasciando aperto un varco per la zona di Vienna, che a sua volta dai suoi seicento e passa ettari tira fuori alcuni tra i più prestigiosi bianchi austriaci, soprattutto nella ristretta area del Wachau. Se volete un bianco capace di una potenza espressiva da rosso, be’, è li che dovete andare a cercare. Anche con il Riesling, lasciate perdere l’idea delle affilature minealeggianti tedesche, perché qui in Austria i toni sono quelli della forza, della grassezza e del calore.

Ora, dico brevemente dei sei vini che ho potuto assaggiare nel corso del webinar.

Kamptal Reserve Grüner Veltliner Ried Langenloiser Dechant 2018 Rabl. Vabbé, il nome è infinatamente lungo, ma il vino è una specie di classico. Tropicaleggia nel frutto, grasso e polposo, e trova slancio nella florealità del biancospino e in una ben modulata acidità citrina. “Da un vino così ci si aspetta cremosità ma anche forza” ha detto Eros. Infatti, il vino è esattamente così, cremoso e potente, insieme. Con un finale asciuttissimo. (88+/100)

Kamptal Riesling Ried Heiligenstein Alte Reben 1ÖTW 2018 Bründlmayer. Ragazzi, che vino! All’olfatto è personalissimo e inusuale: spezie, resine e l’ananas disidratato. In bocca, l’acidità è “importante” e ci sono il frutto tropicale, ma anche la pesca nettarina e l’albicocca alla prima maturazione e si impiantano lì in bocca e non se ne vogliono andare. “Croccante, fresco, affilato, tipico del Riesling austriaco” l’ha definito Eros. (94/100)

Wagram Roter Veltliner Ried Mordthal 2018 Fritz Josef. Teboni ha voluto portare in degustazione anche un Roter Veltliner e per quel che mi riguarda è stata una fortuna, perché berne è raro, visto che in tutto i vigneti di roter veltliner arrivano appena a 195 ettari, pari allo 0,4% delle vigne totali dell’Austria. L’ho trovato letteralmente dominato dal ricordo della nocciola appena raccolta in montagna. Chiude leggermente ammandorlato. (85/100)

Südsteiermark Sauvignon Blanc Kalk & Kreide 2019 Tement. Se a nord tra i vitigni dominano grüner veltliner e riesling, la Stiria, a sud, è la terra del sauvignon. Questo di Tement è definito da Eros Teboni “uno degli assaggi più eclatanti del Sauvignon della Stiria”. Mi fido sel suo parere e dico che il vino è molto buono. Al naso è fantastico: agrumi, salvia, fiori, mentuccia, primule, ortica. In bocca si aggiungono pompelmo e fieno. (90/100)

Wagram Zweigelt Ried Marienberg 2016 Waltner Gerald. Dicevo a Teboni che qui da me, a Verona, è più facile trovare lo Zweigelt che non i bianchi austriaci. Sarà perché in qualche modo uno Zweigelt può ricordare un Valpolicella. Eros dice che comunque uno Zweigelt tipico deve essere un po’ erbaceo, un po’ lattico e un po’ fruttato. Be’, questo di Waltner Gerald era così e non avrei detto che si trattava di un 2016. (88+/100)

Thermenregion St. Laurent Ried Frauenfeld 2017 Johanneshof Reinisch. Il saint laurent, vitigno che costituisce appena l’1,6% del vigneto austriaco, è stato, per me, la vera scoperta del webinar. Ma ne ho già parlato e dunque invito chi non l’avesse fatto a leggere quel che ne ho scritto in un mio precedente articolo. (90/100)