Ho capito, in aereo mi tocca lasciar perdere il vino

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Okay, ho capito, in aereo mi toccherà bere acqua. Perché gli unici vini che traggono beneficio dai voli in alta quota sono quelli che non piacciono a me. Anzi, quelli che generalmente mi piacciono di più, in aeroplano finiscono per essere ammazzati dalla pressurizzazione della cabina. Una disdetta.
L’ho capito leggendo un piacevole articolo di Tom Harrow (scrive benissimo) su “How To Spent It”, supplemento “lifestyle” del Financial Times, nientemeno. Il titolo è “Ideal wines to drink on a private jet“. Insomma, i vini ideali da bere su un jet privato.
Orbene, prendiamo le bollicine. Il problema è che la pressione della cabina dell’aereo fa male ai vini con le bollicine, perché dopo la vigorosa effervescenza iniziale, fa seguito una rapida dispersione della schiuma. Dunque? Dunque – suggerisce Harrow – ci vogliono gli sparkling wine “più ricchi, più integrati”, perché sono quelli che soffrono meno dentro alle cabine pressurizzate, e insomma trattengono più aromi. Peccato che invece a me piacciano soprattutto le bolle affilate, quasi taglienti.
Vabbé, niente bollicine da aereo, per me.
Provo coi bianchi.
Già, ma anche coi bianchi son dolori. Perché in quota vanno bene solo i vini che abbiano fatto un passaggio nel legno, che – dice Harrow – “fa quasi da esoscheletro” al bianco, garantendogli solidità, e dunque resistenza all’altitudine. “I bianchi leggeri, freschi, non passati in legno, semplicemente evaporano al palato quando sei per aria”, spiega. Accidenti, vado malissimo, dato che a me piacciono i bianchi freschi e leggeri, e se ci sento il legno non riesco quasi a berli.
I rossi, forse?
Niente da fare. L’aria pressurizzata delle cabine appiattisce la capacità di percezione dei profumi e degli aromi, e dunque “generalmente – leggo -, i vini più corposi, speziati, concentrati, fruttati sono quelli che riescono a resistere meglio agli effetti di questa diminuzione percettiva”. Mi è andata male di nuovo. E non riesco neppure a rimediare cercando di aerare il vino in un decanter. “In un precedente esperimento di degustazione – chiarisce Harrow – ho notato che non c’è alcun beneficio a super aerare i rossi passati in legno quando si è in altitudine, dato che il legno e il frutto finiscono per dissociarsi. Questa è una buona notizia per i proprietari di jet privati, visto che non devono preoccuparsi di trovare spazio in cabina per riporre i decanter”.
Va bene, una buona notizia per i ricconi che hanno un jet tutto loro, ma non per me.
Ho capito, in volo berrò acqua.